Creò un trust per evadere: sequestri per 4 milioni
UDINE. Aveva costituito un trust per farne la “cassaforte” dei fiumi di denaro che, dichiarazione dopo dichiarazione, andava nascondendo - e, quindi, sottraendo - al Fisco. Così, per un tempo sufficiente a “risparmiare” qualcosa come più di 4 milioni di euro.
È sulla base di questa ricostruzione, frutto di mesi di indagini e verifiche contabili da parte della Compagnia della Guardia di Finanza di Udine, che la Procura ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale del capoluogo friulano una misura cautelare patrimoniale per un ammontare equivalente al presunto “buco”.
Il sequestro è stato eseguito in questi giorni. Destinataria del provvedimento, la monfalconese Fabiana Pol, legale rappresentante della “Insider srl”, società di capitali operante nel settore della meccanica generale, con sede al civico 15 di via Gorghi. Per il trust, invece, si era scelto di porre base e uffici a Monfalcone, in provincia di Gorizia.
Finita nel mirino dei controlli delle Fiamme gialle, la società era stata sottoposta a una complessa e articolata serie di verifiche fiscali. A infittire i sospetti sulla correttezza delle attività della “Insider” era stata, in particolare, l’individuazione di una fattura per un importo di oltre 200 mila euro, emessa da una società milanese specializzata nel settore ludico-sportivo. Secondo i finanzieri, si sarebbe trattato di una fattura falsa e adoperata dalla donna al solo scopo di ottenere un ingiusto e indebito abbattimento del reddito da tassare.
A monte della presunta frode fiscale pensata e realizzata dalla Pol, sempre stando alla tesi accusatoria venuta precisandosi in fase d’indagine preliminare, ci sarebbe stata proprio la costituzione del trust. Ossia di quell’istituto giuridico che consente di trasferire e proteggere beni e diritti.
Ma che l’amministratrice dell’“Insider” avrebbe invece concepito al solo scopo di farvi affluire i guadagni della società oggetto di evasione. Invece di versare le imposte nelle casse dell’Erario, insomma, l’indagata le avrebbe dirottate in quelle del Trust.
Grazie agli accertamenti condotti sui conti della società, la Guardia di Finanza ha così verificato l’esistenza di un lungo elenco di movimentazioni sospette. Per rendere i propri utili irrintracciabili, l’imprenditrice aveva infatti messo in opera un doppio meccanismo: da un lato, il trasferimento a mezzo bonifico di diverse somme di denaro sui conti del trust e, dall’altro, la concessione di finanziamenti sulla base di rapporti commerciali ritenuti fasulli e ai quali non sarebbe mai seguita richiesta di restituzione dei prestiti erogati.
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