Crisi, crollo dell’export giovani disoccupati boom

L’allarme della Cisl: in provincia di Udine senza lavoro il 37 per cento tra i 15 e i 24 anni. Il segretario Muradore: manifatturiero a picco e le famiglie fanno debiti
Un ragazzo davanti a una agenzia interinale, in una foto del 31 maggio 2010 a Pisa. ANSA / FRANCO SILVI
Un ragazzo davanti a una agenzia interinale, in una foto del 31 maggio 2010 a Pisa. ANSA / FRANCO SILVI

UDINE. Quasi 4 ragazzi su 10 sono senza lavoro in Provincia di Udine. «Il 37% - sottolinea il segretario della Cisl, Roberto Muradore - contro una media regionale del 30%. Inutile dire che è un dato drammatico perché senza lavoro non c’è ricchezza e non ci può essere dignità. Eppure la politica continua a far finta di nulla, basti pensare che gli aiuti alle imprese di Friulia, Mediocredito e Finest, società operative della regione, in questi 5 anni di crisi si sono ridotti. In buona sostanza quando gli imprenditori ne avevano veramente bisogno non c’è stata possibilità di ottenere credito».

Invece la ricetta della Cisl per uscire dalla crisi prevede proprio investimenti mirati per attirare nuove imprese sul territorio. «Ma nei programmi dei tanti candidati - sottolinea ancora Muradore - non vedo proposte concrete. Eppure quale futuro ci può essere se il 37% dei giovani dai 15 ai 24 anni è senza un impiego? Senza contare che i pochi fortunati che hanno un lavoro sono precari. Ormai nove assunzioni su dieci sono a termine». Da qui l’appello alla politica: «Il lavoro è la prima emergenza da affrontare anche perché l’export nelle province di Udine e Pordenone negli ultimi 5 anni è crollato del 20%».

A dimostrazione della difficoltà delle famiglie friulane ci sono poi i numeri dei prestiti. «Negli ultimi cinque anni - evidenzia il segretario - quelli concessi alle famiglie sono aumentati complessivamente del 29% mentre quelli alle imprese sono diminuiti dell’8%. Questi numeri si spiegano anche col fatto che alla fine del 2012 avevamo 14.500 lavoratori in cassa integrazione a tempo pieno e 16.500 licenziati in mobilità e dobbiamo pensare che i dipendenti delle piccole imprese non hanno diritto ad alcuna indennità quando entrano nelle liste di mobilità. E i disoccupati in Fvg sono 37 mila. Logico che le famiglie in difficoltà sono costrette a chiedere aiuto alle banche anche per le piccole spese».

Un’altra conseguenza della crisi è la contrazione dei consumi. «Nel periodo dal 2008 al 2011 l’economia della provincia di Udine ha perso il 5,2% del reddito totale contro il 4,8% di quello italiano - dice Muradore -. Questa flessione è dovuta sia al forte rallentamento dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese, ma, soprattutto, alla perdita di competitività delle nostre esportazioni calate di oltre un miliardo di euro e in gran parte imputabile al settore manifatturiero della provincia di Udine e di quella di Pordenone dove 700 aziende hanno chiuso i battenti».

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