Cro all’avanguardia nello studio e nell’uso della videocapsula

PORDENONE. Dal 2003 sono poco più di mille gli utilizzi della videocapsula endoscopica alla gastroenterologia del Cro di Aviano. Il punto sulla situazione e le prospettive su questa tecnica sarà fatto giovedì e venerdì: i maggiori esperti italiani si riuniranno nell’istituto scientifico della Pedemontana per un confronto su esperienze e novità che stanno emergendo nel settore.
La videocapsula endoscopica è un esame diagnostico introdotto nel 2000. Il suo utilizzo all’inizio era limitato al solo intestino tenue, ma poi è stato esteso a esofago, colon, alla valutazione di stenosi intestinali, del ph esofageo e, per ultimo, per la motilità intestinale.
«La sua introduzione – afferma Renato Cannizzaro, responsabile della gastroenterologia oncologica del Cro – ha rivoluzionato lo studio dell’intestino tenue (piccolo intestino) che prima era valutato solamente con la radiografia o con l’intervento chirurgico. La videocapsula ha permesso la visione diretta dell’intestino tenue e delle varie patologie che possono essere causa di sanguinamenti oscuri occulti determinanti anemie croniche».
Il sistema è composto da tre componenti: la capsula deglutibile, il registratore e un apposito computer.
La capsula monouso è costituta da una microcamera, quattro sorgenti luminose, due batterie, una radiotrasmittente e un’antenna, ha dimensione di una decina di millimetri e viene deglutita con un po’ di acqua.
Durante il passaggio attraverso l’apparato digerente, la microcamera acquisisce immagini, che sono simili a quelle ottenute dagli endoscopi, e le trasmette ad appositi sensori, che sono collegati a un registratore.
Terminato l’esame, le immagini accumulate nel registratore vengono trasferite su un apposito computer per la lettura da parte del medico.
La gastroenterologia oncologica del Cro di Aviano ha al suo attivo 1.090 esami eseguiti dal 2003 e l’esperienza comprende tutti i tipi di videocapsule, ponendosi tra i centri italiani con maggiore casistica.
In particolare la valutazione delle precancerosi del piccolo intestino ha permesso di diagnosticare precocemente tumori con un vantaggio sulla sopravvivenza dei pazienti. (d.s.)
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