Cro, il direttore generale Marcolongo a Roma Subentra per ora Mariotto
Da oggi il Centro di Riferimento Oncologico è senza direttore generale. Adriano Marcolongo prenderà servizio all’azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma dopo avere lasciato l’incarico in pedemontana. In mancanza di una indicazione da parte della Regione, la nomina di un commissario o di un direttore generale, fino a una decisione il facente funzioni sarà il direttore sanitario Aldo Mariotto. Ultimo atto firmato da Marcolongo è stato l’acquisto di una nuova Tac.
L’ormai ex direttore generale del Cro è stato scelto dalla giunta di Nicola Zingaretti per guidare l’azienda ospedaliero universitaria Sant’Andrea di Roma. Nomina con decreto che il presidente della Regione del 20 agosto scorso con inizio dell’attività il 1 ottobre. Marcolongo ha comunicato il recesso del contratto alla Regione e venerdì per lui è stato l’ultimo giorno di lavoro ad Aviano.
La Regione aveva due possibilità per la sostituzione non essendo ancora concluso l’iter per la redazione dell’albo per i direttori generali da cui attingere per le aziende sanitarie. Poteva nominare un commissario, che guidasse l’istituto fino alla disponibilità dei direttori generali o fino a fine anno per allineare il Cro alle altre aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia adesso commissariate. L’altra opzione è quella di affidare la gestione a un facente funzioni. La norma prevede che in assenza di direttore generale, il facente funzione possa essere il direttore sanitario purché con delega del direttore generale.
Rimane il fatto che è il secondo cambio di guida dell’istituto nel giro di nemmeno un anno: a novembre se ne era andato il direttore generale Mario Tubertini sostituito dal commissario Giuseppe Tonutti fino a fine dicembre. A gennaio era entrato in servizio Adriano Marcolongo. L’ex direttore generale se ne va lasciando due atti importanti: il primo è il bando per la protonterapia che è pronto e che sarà reso pubblico a breve.
Il secondo è l’acquisto di una nuova Tac, formalizzato venerdì nell’ultimo giorno di lavoro per un investimento di circa 500 mila euro. —
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