Crollo a Cave del Predil condannato il Comune
TARVISIO. Per il crollo di parte del tetto dell’ex cinema Enal a Cave del Predil, il Comune è stato condannato a risarcire oltre 60 mila euro alla Sertec Raibl, la coop che aveva in locazione seminterrato e piano rialzato della struttura. Era il 2 febbraio 2009: le intense precipitazioni portarono tanta neve anche nel Tarvisiano.
Ritenendo fosse compito del Comune occuparsi dello sgombero della neve dai tetti, ma soprattutto della manutenzione delle strutture, la cooperativa (che impiegava 13 persone nella lavorazione del legno) si era fatta avanti per chiedere in via stra-giudiziale un risarcimento dei danni: a magazzino e macchinari, oltre a spese e oneri per il trasferimento e il fermo di produzione. La causa è conseguenza del fatto che il Comune non era d’accordo.
Nei giorni scorsi il giudice unico del tribunale di Tolmezzo Carlotta Silva ha emesso la sentenza condannando appunto il Comune a risarcire per i danni la Sertec Raibl con 62 mila 433 euro. L’amministrazione dovrà poi pagare oltre 8 mila euro per le spese legali sostenute dagli avvocati Giulia Klavora e Alen Giorgini per conto della coop, oltre a quanto liquidato al consulente tecnico d’ufficio che aveva svolto la perizia sull’edificio danneggiato. Il Comune infine soccombe anche nei confronti delle due proprie assicurazioni che aveva citato in causa.
Se per il Comune il crollo poteva addebitarsi a una vera e propria calamità naturale, per la controparte invece la responsabilità era proprio della proprietà che non aveva effettuato la manutenzione. Circostanza che risulta confermata dalla perizia del Consulente tecnico d’ufficio incaricato per stabilire le cause del crollo. Risultava infatti fosse crollata solo la parte del tetto (quella con i tiranti in ferro) che stava sopra la sala mantenuta nella disponibilità del Comune e non concessa alla cooperativa. Il Ctu elenca anche le azioni di degrado dovute ad agenti patogeni per il legno e corrosivi per il ferro. Come avevano fatto notare gli avvocati della Sertec nelle loro note conclusive della causa civile, nei quasi trent’anni precedenti il crollo il Comune aveva omesso qualsiasi seria verifica della componente lignea e della tensione dei tiranti del tetto e del relativo stato di tensione. Gli avvocati Klavora e Giorgini segnalavano inoltre che quello fu l’unico tetto a cedere in paese durante la super-nevicata.
«Questa difesa – spiegavano al giudice i due avvocati – ha provato calore e coinvolgimento alle ragioni di quella piccola, ma importante realtà produttiva per le famiglie della cooperativa di lavori che rappresenta, famiglie che vivono in quella zona povera e marginale della montagna, che rimarranno segnate dall’esito di questa causa».
Non mancavano nemmeno alcuni spunti critici nel definire l’atteggiamento del Comune davanti al tribunale, giudicato con «toni di derisorio sarcasmo e tracotante alterigia».
Tra 2 mesi con le motivazioni della sentenza si saprà anche perché il giudice ha stabilito 62 mila euro di danni a fronte di una richiesta di oltre 400 mila.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto