Cure dentistiche sbagliate: risarcimento da 40 mila euro

GEMONA. Alle prese con il mal di denti si era affidato all’ambulatorio gemonese di Progetto Apollonia Srl. Solo più tardi ha scoperto che quella scelta gli sarebbe costata anni di sofferenze e una lunga battaglia legale che si è conclusa con una sentenza di condanna per l’azienda e due medici al pagamento di quasi 40 mila euro.
«Tutto è iniziato nel maggio 2008 – è il racconto di Giorgio Pelosin, ex finanziere di 53 anni – avevo alcuni problemi ai denti e fui attratto dalla pubblicità che veniva fatta sulla recente istituzione di uno studio dentistico a Gemona, da parte di Progetto dentale Apollonia spa. Dopo la prima visita mi fecero un preventivo da 10 mila euro che prevedeva una serie di lavori. Accettai e iniziammo le sedute».
Per più di due anni Pelosin frequentò lo studio settimanalmente e fu curato da diversi professionisti: si sottopose a due estrazioni, una terapia canalare e ricostruttiva, alla ricostruzione di un perno e all’applicazione di protesi a una dozzina di denti all’arcata superiore, un’altra estrazione, tre impianti, cure canalari e protesi ad altri quattro denti all’arcata inferiore. Ma nel 2013, quando comparvero delle fistole all’arcata superiore, tornò nello studio e chiese lumi.
«Mi dissero che erano necessari altri interventi e che avrei dovuto pagare – aggiunge Pelosin – ma siccome ritenevo fosse la conseguenza di lavori già pagati e che dovevano essere in garanzia, mi rivolsi a un altro dentista». Il responso del dottor Bruno Travaglini lo gelò: «Il trattamento odontoiatrico, sia di riabilitazione protesica tradizionale al mascellare superiore, che con riabilitazione implantologica protesica a livello mandibolare sinistro, si discosta del tutto da quelli che dovrebbero essere i risultati medi di questo tipo di terapia, routinario e di non difficile esecuzione» scrisse, spiegandogli che tutto quel lavoro era da smantellare e da rifare.
È così che è partita la sua battaglia giudiziaria. Falliti i solleciti inviati dal suo legale, avvocato Luca Appiotti, all’Azienda, come del resto i tentativi di mediazione esperiti, la vicenda è approdata al tribunale di Udine e si è combattuta fra accertamenti tecnici preventivi e consulenze che hanno confermato il danno.
«Nel frattempo, i disagi e le sofferenze provocate da quegli interventi inappropriati si amplificavano e io avevo dolori e problemi di masticazione, ma dovevo attendere l’esito della vertenza. La sentenza alla fine è arrivata: il giudice Annamaria Antonini Drigani ha condannato l’azienda, uno dei suoi medici e gli eredi di un altro (nel frattempo deceduto) a pagare 19.500 a titolo di risarcimento danni oltre alla rifusione delle spese processuali per un conto complessivo che sfiora i 40 mila euro. Pelosin ha cominciato a curarsi «ma con quei soldi non pago nemmeno la metà delle spese necessarie» commenta.
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