Cure staminali, il giudice non decide

Travesio, la famiglia di Giuseppe Mazza, il trentunenne affetto da sclerosi progressiva, costretta ad attendere ancora

TRAVESIO. Ancora alcuni giorni di attesa, e poi si saprà se Giuseppe Mazza, il trentunenne di Usago di Travesio da sette anni affetto da sclerosi multipla progressiva, potrà accedere alle cure con le staminali. Il giudice Angelo Riccio Cobucci ha stabilito nuovamente di riservarsi sulla decisione e rinviare l’emissione di un provvedimento per approfondire la questione.

Intanto, la famiglia Mazza resta aggrappata a un sottile filo di speranza e ogni giorno assiste, impotente, al calvario del giovane. Al vaglio della magistratura, non soltanto i documenti forniti dall’avvocato Simone Ogno, che assiste i Mazza, dalla controparte, ossia l’ospedale di Brescia contro cui è stato depositato ricorso, ma anche la perizia medica del dottor Giovanni Del Ben, che due settimane fa è stato nominato consulente tecnico d’ufficio da Cobucci.

Il verdetto del Tribunale non è ancora arrivato, è vero, ma c’è un aspetto che va messo in luce: il dottor Del Ben, nella relazione tecnica redatta dopo avere visitato il trentunenne, ha evidenziato come «col trattamento con le staminali, tra rischi ed eventuali benefici, questi ultimi potrebbero prevalere. Con tutte le premesse del caso – ha specificato Ogno –, da analisi e visita effettuate a Giuseppe, è stato rilevato che la terapia con le staminali potrebbe avere efficacia, quanto meno nel rallentare l’inesorabile progredire della malattia. Secondo il parere del dottor Del Ben, non dovrebbero esserci nemmeno effetti collaterali». Il giudice, comunque, dovrà decidere in autonomia.

La famiglia Mazza, assieme al Codacons di Pordenone, che segue la vicenda, auspica che quest’attesa finisca presto. E’ chiaro che i congiunti di Giuseppe sperano che il giudice sciolga le riserve dicendo sì alle cure col metodo Stamina. «Vedo mio figlio spegnersi come una candela, ora dopo ora, e sentirmi impotente dinanzi a ciò non fa altro che alimentare dolore e rabbia – ha dichiarato Saverio, padre di Giuseppe –. Mio figlio non deglutisce più: si soffoca anche con l’acqua. Siamo costretti ad aggiungere addensanti a qualsiasi liquido, per evitare il soffocamento.

Le sue condizioni sono gravissime: Giuseppe non può più aspettare». Le parole di Saverio si interrompono e non resta spazio che per le lacrime. Pianti e preghiere: così da anni vanno avanti i genitori e i fratelli del giovane. Non vedersi negato il diritto di accedere alla cure con le staminali, l’unica speranza per Giuseppe: questo chiede la famiglia Mazza. Offrire un’opportunità di vita più dignitosa a quel giovane che soffre ogni giorno in maniera più intensa. A sperare coi Mazza è anche la comunità di Travesio, che sta dimostrando grande solidarietà. Ma non soltanto: la famiglia ha ricevuto attestati di vicinanza e sostegno da vari comuni della provincia. «Un grazie non basta per esprimere la gratitudine verso chi sta sostenendo la nostra battaglia», ha commentato Saverio.

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