Cussignacco non ci crede: è inverosimile
UDINE. Increduli i parenti e gli amici di Cussignacco. «Abbiamo saputo dal telegiornale che il morto era Mirco - dice il cugino Luigi Sacher -. Io non ci credo ancora, mi dispiace davvero tanto. Era un uomo che non avrebbe mai fatto male a una mosca. Tranquillo, posato. Se c’era una discussione, al bar, lui stava sempre in disparte, anche se aveva ragione non controbatteva. Schivo forse, ma non musone. Anzi, quando era in compagnia, quando parlava di calcio, era anche allegro. Per anni aveva accompagnato le squadre dei ragazzini del Cussignacco, si dava da fare per la società dilettantistica, gli piacevano quel tipo di tornei».
Luigi Sacher, 65 anni, tassista in pensione, abita a Cussignacco, il borgo dove Mirco era nato ed era ancora molto conosciuto. Non una frequentazione assidua, come capita spesso tra lontani parenti, ma quando ci si incontrava, magari per caso, in giro per Udine, si scambiava sempre qualche battuta. «L’ultima volta l’ho visto un paio d’anni fa - aggiunge Luigi Sacher -. Eravamo in piazzetta del Pozzo, lui era appena uscito da un panificio lì vicino.
Frequentava la zona di via Aquileia, diceva che lì si trovava il pane buono. Avevamo chiacchierato un po’, come stai, come non stai. Poi lui era salito sulla sua auto ed era tornato a casa. Non riesco ancora a credere che sia finito in quel modo. Non posso mettere la mano sul fuoco sulla sua vita privata, ma francamente io Mirco non me lo vedo ad andare dietro a ragazzine di 15 anni. Ma siete sicuri delle ricostruzioni della vicenda? Per me è accaduto qualcosa d’altro». L’ex ferroviere trovato cadavere nella campagna non era conosciuto come un bevitore, nè aveva mai fumato. Era molto legato ai nipoti della sorella, che qualche volta andava a prendere o portare con la macchina, quando andavano alle partite.
«Una brava persona», riservata e solitaria ma assolutamente normale. E senza alcuna pendenza giudiziaria nè presente nè passata. Sono sgomenti gli abitanti del quartiere di via Pradamano dove Sacher risiedeva e dove era piuttosto conosciuto, sebbene fosse, appunto, «una persona silenziosa e abbastanza solitaria», come ha riferito una vicina. Sacher amava trascorrere buona parte del suo tempo in alcuni bar della zona «specie la sera per guardare le partite», ha spiegato un rivenditore di tabacchi, dal quale l’ex ferroviere era solito rifornirsi.
«Frequentava questo negozio da almeno 35 anni - ha ricordato il negoziante - ed era una persona assolutamente normale. Mai nessuno l’ha sentito parlare di donne - ha proseguito il giovane negoziante - non sembrava certo il tipo di persona che da single va in giro a cercare compagnia». E poi, mai una amicizia «poco raccomandabile». In tutti c’è «una forte perplessità sulla dinamica della morte: sembra davvero strano - commentano - che possa essere stato ucciso da due ragazzine così giovani». (m.ce.)
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