Da 25 anni il Campionato Carnico raccontato alla radio

TOLMEZZO. Iniziavano gli anni Novanta quando Renato Damiani ebbe une delle intuizioni mediatiche più fortunate che si ricordino in Carnia: la creazione di “A tutto Carnico”, trasmissione che racconta le vicende del calcio della montagna e che quest’anno andrà in onda per il 25° anno sulle frequenze di Radio Studio Nord. Era la primavera del 1991 quando Damiani iniziò a raccontare il Carnico in diretta, un evento capace di muovere, la domenica, un piccolo esercito. «È un’imitazione di Tutto il calcio minuto per minuto» fu la frase che accompagnò gli esordi, pagando il prezzo che solitamente pagano le novità. Ma non era proprio così: perché se è vero che la formula è quella della trasmissione Rai, è altrettanto vero che per realizzarne una tra le montagne ci voleva una buona dose di coraggio e l'incosciente originalità che anima i pionieri. Damiani ci pensava già da qualche anno, ma tecnicamente non riusciva a superare le difficoltà ambientali: le montagne non consentivano l’uso dei walkie talkie, per esempio, e affidarsi agli strumenti dei radioamatori sarebbe stata un’impresa. Rimaneva il telefono che pretendeva però costi altissimi: l’aiuto di qualche sponsor sensibile all’idea e un nugolo di cronisti in qualche modo improvvisati resero possibile il tutto. Damiani fece installare linee telefoniche sulla quasi totalità dei campi e la domenica tutti potevano seguire le partite in diretta: chi lavorava, chi non poteva assistere dal vivo agli incontri e l’immancabile folla di curiosi si sintonizzava sul programma. Nell’epoca in cui i cellulari non c’erano ancora, i telefoni servirono a volte per chiamare l’ambulanza in caso di infortuni oppure per vicende non legate alla partita. I cronisti erano ruspanti, a volte un po’ alla buona e forse per questo la trasmissione riuscì ad avere subito un successone, perché il mix che si creava tra commenti tecnici e qualche strafalcione grammaticale attirava anche ascoltatori non interessati al calcio. Il genuino entusiasmo di Arrigo Lunazzi, le pennellate poetiche di Eligio Nassivera, la gentilezza di Leopoldo Zuliani e lo stile del compianto Lucio Cimiotti sono la parte più spontanea di un gruppo che non ha mai perso d’occhio puntualità e precisione.
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