Da 8,6 a 500 milioni per le “Primule” e se aiuti lo Stato con una donazione Arcuri ti manda una pergamena autografata
Otto milioni e mezzo che possono arrivare a 500 per realizzare le “Primule”, i padiglioni temporanei destinati alla somministrazione dei vaccini, disegnati dall’architetto Stefano Boeri. Una pergamena con i ringraziamenti del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri se aiutate a coprire le spese con un contributo di almeno 400 euro. Se, invece, pagate per intero una Primula (400 mila euro) sarà appesa una targa con il vostro nome all’interno.
Non è uno scherzo. È il nostro magnifico Paese, quello dei banchi a rotelle.
Mentre contiamo i morti e le aziende che chiudono, le migliaia di persone che restano senza lavoro, mentre i ristori non arrivano, c’è chi riesce a pensare come buttare milioni di euro: 8 milioni 600 mila (con la possibilità di arrivare a mezzo miliardo: il bando – scaduto mercoledì – prevede se ne possano realizzare fino a 1.200) per le tensostrutture “Primula”, 21 gazebo da sistemare in altrettante piazze per organizzare le vaccinazioni di massa.
Le “Primule”, 315 metriquadrati, costano circa 1.300 euro al metroquadro. Il bando che prevede, appunto, una cifra iniziale di 8 milioni 599 mila è destinato ad imprese che nel triennio hanno fatturato almeno 50 milioni l’anno, escludendo in questo modo tutte le piccole e medie imprese artigiane che operano nel settore degli allestimenti e che, in questo momento, causa Covid, sono ferme. Sempre secondo il bando, finito il periodo vaccinale, le tensostrutture devono poter essere smontate, ma è difficile pensare ad un immagazzinamento, sia per i costi di logistica sia per i costi del successivo ripristino.
Ma non finisce qui. L’architetto Carlo Quintelli, professore ordinario di Composizione architettonica e urbana dell’Università di Parma, già pro rettore spiega ha analizzato i vari punti del bando.
«La gara – spiega – riguarda l’affidamento della progettazione di dettaglio, ingegnerizzazione, fornitura in opera, manutenzione, smontaggio e messa a dimora di padiglioni temporanei destinati alla somministrazione dei vaccini anti Covid-19 per un minimo di 21 padiglioni da consegnare entro un mese dalla firma del contratto. ..». «Il Commissario nel bando si riserva la facoltà di richiedere la produzione sino a 1.200 padiglioni, ma non si comprende in che tempi, con quale logica, rispetto a quali condizioni. Quindi 8,6 milioni per i primi 21 padiglioni, mezzo miliardo se ne ordina 1.200».
Ancora il professor Quintelli: «Ognuno di questi padiglioni potrà avere un costo massimo di euro 400.000 (più o meno 20%) e a questa “modica” cifra è in grado di effettuare 6 vaccinazioni alla volta per la durata, compresa anamnesi, di 10/15 minuti a seconda dei soggetti. Ma diciamo pure 12 minuti per 6 postazioni che equivalgono a 30 vaccinazioni/ora per 10 ore. In tre mesi, senza mancare un turno e con efficienza tayloristica, si vaccinano 27.000 persone, un piccolo centro da 30.000 abitanti, spendendo 10 volte in più rispetto a un punto vaccini di analoga portata nella sala civica, in quella parrocchiale, nella palestra, sotto la tenda degli alpini e via dicendo. Per vaccinare un centro da 100.000 abitanti nel padiglione da 400 mila euro ci vuole un anno. La soluzione? Se ne acquistano tre, posizionati in tre diverse piazze e risolviamo spendendo la modica cifra di un milione 200 mila euro. Ora si capisce perché il Commissario si riserva di ordinarne 1.200».
«Veniamo ora alla qualità del padiglione che il bando lascia alla libera interpretazione dei costruttori salvo “l’assoluta immodificabilità dell’estetica del progetto”. Per una struttura con finalità tecnico sanitarie – spiega il professore – non mi sarei aspettato questo primato dell’estetica, ma come diceva il report dell’Oms (fatto sparire in 24 ore), l’organizzazione antipandemica italiana si contraddistingue per “creatività”. Ma torniamo all’architettura: non si spiegano quelle 16 persone in un’area di attesa di circa 40 metriquadrati che funge anche da ingresso/uscita (non separate!), punto reception, disimpegno ai corridoi, dove tutti incrociano tutti. Uno spazio oltretutto alto solo 2,70 metri (di tipo domestico) con volumi d’aria limitati e che andrà fortemente depressurizzato (con quali effetti?). Speriamo che non faccia da area di contaminazione: è stato certificata da qualcuno? Il resto degli ambienti è da sommergibile: 2 metri e 60 di profondità negli spazi per anamnesi e vaccinazione (idonei si dice a 4 persone tra operatori e pazienti/accompagnatori), corridoi da 1, 40 metri, “sala attrezzata per reazioni avverse” da circa 9 metriquadrati (speriamo di non averne bisogno...) e dulcis in fundo, con una media di 50 persone sempre presenti nella primula, due soli bagni per i pazienti ed uno (evidentemente unisex) per gli operatori (confidiamo nei bar dei dintorni, se in zona gialla)».
Quintelli conclude: «È stata svolta una valutazione costi benefici tra quello che fanno tutti gli altri paesi al mondo (utilizzare spazi pubblici già disponibili) e la “strategia” dei padiglioni-primula? ».
In attesa di risposte, venerdì, il commissario Arcuri ha tirato fuori dal cilindro il “fund raising”, un bando «per la ricerca di sostenitori economici per la realizzazione dei padiglioni temporanei». «Persone fisiche e giuridiche», cosiddetti «sostenitori», che vogliano contribuire con donazioni – si legge sul sito del governo – alle strutture per la vaccinazione, per aumentarne il numero, potranno fare un bonifico su un conto indicato nell’avviso. Chi donerà più di 400 euro avrà «una nota ufficiale di ringraziamento» da Arcuri. Chi invece pagherà la costruzione di un’intera Primula – 400 mila euro appunto – avrà una targa dedicata nello stesso padiglione o in un altro, come «sostenitore unico».
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