Da Arba a Shanghai in bicicletta Finita l’avventura di Francesco

Ben 12.200 chilometri in 147 giorni per raggiungere Shanghai in bicicletta da Arba: missione compiuta per il Francesco Faelli, 21 anni, studente italocubano amante dei viaggi ma non dello sport. In solitaria, è arrivato alla meta e ora è pronto per riabbracciare la sua famiglia e la comunità del suo piccolo paese. Rientrerà ad Arba in aereo.
Un’impresa ricca di emozioni e grandi scoperte: i momenti salienti, che Francesco avrà modo di raccontare in maniera approfondita una volta rientrato, sono stati documentati sul blog “Arba to east”, sul quale il giovane ha pubblicato foto e resoconti dell’avventura partita il 14 marzo. Tra le ultime pedalate quelle nelle zone calde del deserto del Gobi.
«Sono stati giorni impegnativi – ha raccontato Francesco – perché ho preso prima l’influenza e poi ho avuto problemi di disidratazione, nonostante bevessi otto litri di acqua al giorno. Ero costantemente esposto al sole e, quando il vento cessava, la temperatura raggiungeva quasi 50 gradi. Per fortuna, pochi giorni dopo, la strada che dovevo percorrere era accanto alle montagne e il clima si è fatto più fresco» .
Quindi gli incontri con altri amanti dei viaggi in sella alla bici. «A Wuwei, a metà strada tra il confine kazako e Shanghai, ho incontrato Graham, un cicloviaggiatore che arrivava da Londra ed era diretto a Seul, in Corea del Sud – ha riferito Francesco –. Avendo in comune qualche centinaio di chilometri, abbiamo deciso di pedalare assieme per qualche giorno. Abbiamo attraversato un passo montagnoso che raggiungeva i 3000 metri e, una volta sulla cima, abbiamo trovato alcuni templi buddhisti, nei quali i monaci ci hanno offerto frutta».
Non sono mancate le disavventure: d’altronde il viaggio era molto lungo e i paesi attraversati presentavano diverse zone “calde”. «Una sera, intorno alle 22, avevo appena trovato un posto per campeggiare quando due uomini si sono avvicinati e mi hanno detto che non potevo sostare perché straniero – ha fatto sapere il giovane –. Mi hanno portato in centrale e due persone della Swat mi hanno detto che avrei potuto campeggiare in un’area a dieci chilometri di distanza e che mi avrebbero portato loro lì. Quindi la tappa in un’altra stazione di polizia. Le forze dell’ordine mi hanno condotto in un hotel di lusso, ma ho rifiutato perché non me lo potevo permettere. Alla fine mi hanno scaricato in un parco in una zona residenziale, a Urumqi».
Un’esperienza non da poco per Francesco, come ha messo in evidenza anche il papà Dino, che ha contribuito al diario di viaggio quando il figlio ha avuto problemi con internet. Dino è orgoglioso dell’impresa e della tenacia di Francesco e ha annunciato l’arrivo a Shanghai. –
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