Da cinque anni c’è chi si batte per conoscere la verità sulla morte di Giulio
UDINE. Il Covid non cancella, ma limita le celebrazioni per l’anniversario della scomparsa di Giulio Regeni, il ricercatore friulano torturato e ucciso in Egitto cinque anni fa.
Se il processo a Roma sta per varcare la soglia dell’udienza preliminare, in tutta Italia e quindi anche nella nostra regione sarà la giornata del ricordo. E anche a Bruxelles, lunedì 25, l’agenda riporta il nome di Regeni tra i punti all’ordine del giorno. È prevista la riunione dei ministri degli Esteri Ue: l’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell riferirà appunto sul caso di Regeni.
L’impossibilità delle manifestazioni e quindi degli assembramenti nelle piazze ha mosso sui social il popolo che, come i genitori di Giulio, cerca la verità e si batte perché l’Italia assuma un atteggiamento più deciso nei confronti dell’Egitto. Dalle 17.30 quindi via agli eventi online con fiaccolate virtuali e poi, alle 19.41, l’ora X quando Giulio scomparve al Cairo, l’evento “Coloriamo i social di giallo”.
A Fiumicello Villa Vicentina, il paese di Regeni, è atteso anche il presidente della Camera Roberto Fico, da sempre molto vicino alla famiglia e attento all’evolversi dell’intricata questione legata alle indagini e alle relazioni internazionali tra i due Paesi. È prevista una ristrettissima cerimonia privata, l’intenzione è quella di essere accanto ai genitori di Giulio, Claudio e Paola Regeni.
Come detto, la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani, accusati a vario titolo di sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. —
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