Da Coderno a Pechino ed è preside a 26 anni

Sedegliano, la storia di Eva Molaro: «Folgorata da un mondo che respira ottimismo, ma ho il Friuli sempre nel cuore»

SEDEGLIANO. Coderno di Sedegliano 441 abitanti; Pechino 14 milioni ma a Eva Molaro 26 anni non fa nessun effetto. Lei ormai vive nella metropoli cinese dove è preside di una scuola che conta 400 bambini. È felice. “La Cina è vicina” dunque e la tecnologia contemporanea offre l’opportunità di annullare le distanze.

Ed ecco qui a pieno schermo l’immagine di questa bella ragazza, carnagione chiara e delicata, occhi grandi e azzurri, un sorriso che illumina i pixel del volto. La “mari” saluta Eva con un «mandi stele», poi, un susseguirsi di messaggi d’amore e nostalgia tutti rigorosamente in mari lenghe.

La casa di Eva è oggi abitata dai genitori Paola e Cesarino; 4 sono i figli qui cresciuti. Eva è la più piccola, poi c’è Mosè in mission all’estero, Lino pilota areonautico ora in Brasile e Filippo, in cielo, dal 1995 dopo un tragico incidente aereo. Un dolore atroce che ha “capovolto” questa dimora che ora profuma di un minestrone tipicamente friulano. Dalle finestre traspare una natura che si risveglia, chiazze bianche dei primi alberi fioriti, narcisi gialli nel giardino.

Ma come è venuto in mente a questa ragazza di andare a finire a Pechino?

Un articolo di storia per bambini che parla del mausoleo di QinShi Huang folgora la piccola Eva ed entra nella sua anima. Dopo il liceo classico e un viaggetto di ricognizione in Cina decide di studiarne la lingua. Laurea alla Ca’ Foscari di Venezia, e via a Pechino. «La prima cosa che ho notato qui è la gente: tanta, il traffico: selvaggio e le differenze sociali. Molti sono i poveri e pochi i ricchi, ma quello che si respira, a parte lo smog, è qualcosa di raro: è l’ottimismo».

«Tutte le persone vivono la vita accettando quel che viene, tutti hanno un progetto, un sogno, lavorano sodo per realizzarlo, questo mi piace della Cina». Ora Eva Molaro ricopre il ruolo di preside in uno degli asili Tales di Pechino.

«Sono l’unica straniera che fa parte del management e di conseguenza tutti i miei colleghi sono cinesi. All’inizio era difficile accettare le dinamiche e la psicologia del posto, ora sono abituata e sono contenta di avere un team di amici oltre che colleghi. La scuola tenta di promuovere un asilo all’occidentale, dando più scelte ai bimbi e costruendo un curriculum che prevede attività pianificate basandosi sugli interessi e i bisogni degli stessi, pur mantenendo all’interno la disciplina e i corsi obbligati richiesti dai genitori: tae kwon do, arte, danza, pianoforte, matematica, inglese e virtù, si ho detto virtù. Non essendo permesso di parlare o diffondere credi religiosi nelle scuole, l’asilo ha optato per un corso di virtù che insegna ai piccoli come comportarsi correttamente, amorevolmente e rispettosamente. La parte del mio lavoro più difficile è soddisfare i genitori, essi devono confrontarsi con una spietata concorrenza che inizia dalla culla: se un bimbo a 4-5 anni ancora non sa suonare il piano, fare di conto, e parlare inglese è una tragedia».

«Tanti i miei amici cinesi; loro si stupiscono che, da ragazza occidentale, non ami bar e uscite serali a Sanlitun, Gulou, Chaoyangmen. Vado per parchi o musei, faccio shopping a Xidan e Wangfujin, nuoto, dipingo, leggo. L’Italia nel cuore, i miei cari, l’aria pura di Coderno, ma i miei progetti mi portano altrove».

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