«Da Marchionne stimoli per cambiare»
UDINE.
«Sulla linea Sergio Marchionne ho una valutazione positiva se, nel rispetto dei diritti e dei doveri, mette in discussione dei modelli che non sono più adeguati». Lo ha detto il presidente della Confindustria di Udine, Adriano Luci. «Se viene portata avanti in termini concreti, reali e rispettosi –ha ribadito Luci - la linea Marchionne potrà dare stimolo non solo alla Fiat, ma a tutto il sistema Paese. La questione è che dobbiamo cambiare e adeguarci ai tempi facendo sì che le imprese possano essere flessibili e competitivi sui mercati internazionali. Non possiamo pensare che la Fiom faccia la strategia politica di questo Paese, anche se è una componente che va rispettata. Le lotte ideologiche non portano da nessuna parte anche se cambiare non significa passare come un bulldozer sui diritti dei lavoratori, ma bisogna essere realisti».
«Se vogliamo competere in questo nuovo mondo – ha continuato Luci – dobbiamo muoverci in modo diverso: è questo il messaggio che lancia Marchionne. Ma basta fare demagogia. Guardiamoci attorno: le regole sono cambiate, o ci si adegua o si chiude. Provate a rispondere a questa domanda: com’è che le imprese estere non investono in Italia e se l’hanno fatto hanno subito rivenduto?».
Sulle possibili ripercussioni sull’industria e sulla Confindustria del Friuli Venezia Giulia della linea dell’amministratore delegato Fiat, a poche ore dal referendum che si terrà a Mirafiori, Luci ha aggiunto: «Li consideriamo stimoli a fare meglio, a capire meglio le esigenze delle imprese e a rappresentarle nel modo migliore».
Sul tema della rappresentanza di Confindustria in questi nuovi scenari, Luci ha detto che l’associazione degli industriali di Udine ha già iniziato una riflessione due anni fa. «Pensiamo sia importante lavorare per adeguarsi ai tempi – ha detto ancora il presidente della Confidustria friulana – con particolare attenzione alla riduzione dei costi e all’efficientamento della macchina territoriale, con l’auspicio che possa agire in termini regionali, con una maggiore collaborazione e concentrazione delle associazioni sul territorio».
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