Da Papa Francesco il pallio all’arcivescovo Redaelli
GORIZIA. «Ho sperimentato ancora una volta la dimensione cattolica cioè universale della Chiesa, vedendo la provenienza da tutte le regioni del mondo degli arcivescovi che con me hanno ricevuto il pallio». Così l’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, ha commentato quanto vissuto, non senza emozione, ieri mattina nel corso della solenne liturgia celebrata nella basilica vaticana durante la quale ha ricevuto il pallio dei metropoliti da Papa Francesco. Si trattava, infatti, della tradizionale cerimonia che avviene ogni anno in occasione della festività dei Santi Pietro e Paolo.
Presenti oltre 300 pellegrini provenienti da tutte le zone della diocesi isontina ma anche da Milano, Chiesa di origine del presule, monsignor Redaelli è stato il terzo ad inginocchiarsi dinanzi al Pontefice per ricevere sulla spalle la striscia di lana bianca con sei croci nere riservata agli arcivescovi chiamati a guidare quelle strutture ecclesiastiche particolari che sono le metropolie (in Friuli Venezia Giulia stesso ruolo ha soltanto l’Arcidiocesi di Udine).
«Ma la sollecitudine di ogni vescovo - ha ricordato il Santo Padre - non si ferma alla propria diocesi o a quelle suffraganee, ma deve estendersi a tutta la Chiesa». E dopo aver consegnato il pallio a monsignor Redaelli e scambiato con lui l’abbraccio di pace, il Vescovo di Roma l’ha salutato augurandogli «Buon lavoro».
Nel lungo rito in cui ha imposto il pallio ai nuovi arcivescovi metropoliti, le parole di Francesco sul ruolo del Papa, la necessità di spendersi senza barriere e di superare una logica mondana e di potere, di edificare la Chiesa sulla comunione e non sul conflitto parlano anche direttamente alla sua Chiesa ed evocano suoi precedenti interventi contro la mondanizzazione e le divisioni.
Ai 34 metropoliti designati quest’anno - tra cui il suo successore a Buenos Aires, monsignor Mario Poli, e i tre italiani, appunto Carlo Roberto Maria Redaelli a Gorizia, Lorenzo Ghizzoni a Ravenna e Giuseppe Petrocchi all’Aquila - il Pontefice si è rivolto anche in un inserto a braccio in cui ha chiesto loro, come aveva fatto a se stesso in quanto appunto Vescovo di Roma, di «non risparmiarsi, uscire da sè, spendersi per il servizio».
Oggi il pellegrinaggio dell’Arcidiocesi di Gorizia nella Città eterna, organizzato proprio per la consegna del pallio a monsignor Redaelli, si concluderà alle 17 con la celebrazione della messa presieduta dal presule nella chiesa di Santa Cecilia in Trastevere.
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