Da piazzale Cella al nuovo locale in Chiavris, addio a Pierino: Udine piange uno dei suoi simboli

UDINE. È morto all’improvviso, colpito da un arresto cardiocircolatorio, Pietro Di Martino, conosciuto da tutti come Pierino. Aveva 72 anni: li avevi festeggiati mercoledì.
Il malore fatale verso le 18, all’arrivo nel locale di suo figlio Maurizio, “In Chiavris” di via Gorizia. Poco dopo aver messo piede in pizzeria è stato colto da un malore che non gli ha lasciato scampo. In quel momento, insieme con lui, c’era solo una delle dipendenti, Teresa, che ha immediatamente chiamato il 118: a nulla sono serviti i tentativi dei sanitari di rianimarlo. «Sono arrivato al locale poco dopo, ma era già morto – racconta affranto il figlio Maurizio –. È stato un malore improvviso, era stato bene per tutta la giornata. Forse la gioia per aver ricevuto il sigillo della città è stata troppa».
Venerdì, infatti, il Comune di Udine gli aveva consegnato il riconoscimento in municipio, per essere stato un vero ambasciatore della pizza in città. Nella pizzeria di Maurizio, si sono ritrovati gli amici più intimi e qualche cliente, tutti ammutoliti per l’improvvisa scomparsa.
Di Martino era nato a Tramonti, nel Salernitano, il 4 novembre del 1948. Il suo arrivo in Friuli risale al 1970, prima a Palmanova, poi a Udine. Proprio qui, insieme con i fratelli, aveva aperto la sua prima pizzeria, in via Aquileia. È l’inizio di una carriera che tra piazzale Cella, via Baldasseria Bassa e viale Volontari della Libertà ha fatto conoscere la maestria e la creatività di Pierino nell’arte della pizza in tutto il Friuli. La scelta di trasferirsi fuori dal centro, nel 1981, inizialmente sembrò azzardata, ma Di Martino non solo riuscì a mantenere la clientela più affezionata, ma la incrementò, diventando un punto di riferimento per la qualità della sua pizza oltre che per le sue doti umane e la sua sottile ironia.
Amareggiato per la morte di Di Martino, il sindaco Pietro Fontanini: «Sono rimasto allibito nell’apprendere la notizia – confessa il primo cittadino –. Dispiace davvero molto, anche perché venerdì appariva in perfetta forma, energico e attivo come sempre. La sua scomparsa colpisce tutta la città, ancor di più perché così inaspettata», chiude.
Pierino in mattinata era al suo posto nella pizzeria “In Chiavris” per dare una mano al figlio. Poi poco dopo le 18 è stato colpito dal malore. «Mio padre stava bene, aveva qualche acciacco dovuto all’età, ma nulla che potesse far presagire quanto successo», ammette Maurizio. A gennaio Pierino aveva subito la perdita dell’amata moglie. Dopo una vita trascorsa davanti al forno della pizza, e la chiusura del suo ultimo locale, Il Rugantino (ora tornato ai gestori Chiarelli), si godeva la meritata pensione, facendo qualche incursione “In Chiavris” per dispensare consigli al figlio.
Il Comune ha voluto consegnargli il sigillo per «la sua esperienza imprenditoriale, capace di arricchire la comunità cittadina con i valori di umanità e professionalità, espressione dell’Arte dei Pizzaiuoli, dal 2017 nella lista del patrimonio immateriale dell’Unesco». Dopo l’annuncio da parte della giunta, a inizio ottobre, l’avevamo incontrato per un’intervista, chiedendogli quale fosse il segreto del suo successo: «Non ci sono segreti, contano il mestiere e la qualità dei prodotti. Servono costanza, ricerca degli ingredienti, che devono essere di livello, e qualità nel servizio». Era comunque consapevole di aver cambiato il modo di concepire la pizza. «Abbiamo avuto il merito di dare lustro alla pizza, mettendo in tavola tovaglie e tovaglioli di stoffa. Particolari che nessuno aveva curato prima». Queste le parole di Pierino. «La mia pizza preferita – aveva concluso – ? Marinara con aglio origano e pomodoro». —
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