Da Pordenone al Papeete, ecco il dj che ha fatto cantare e ballare Matteo Salvini

Nei giorni in cui Matteo Salvini torna in vacanza al Papeete beach di Milano Marittima, dove l’anno scorso diedero “scandalo” le immagini dell’allora ministro dell’Interno nonché vicepremier, che in costume da bagno metteva i dischi in consolle mentre le cubiste ballavano sulle note dell’Inno di Mameli, spunta una bella storia “pordenonese”: il dj che affidò mixer e cuffie al noto esponente politico, in città è uno dei pionieri della ristorazione giapponese e proprio qui basa una parte importante del suo business, gestendo l’I-Sushi di via Beato Odorico. Si tratta di Francesco Torre, 34 anni, trevigiano, ristoratore durante la settimana e acclamato disc-jockey nelle notti dei fine settimana in molti dei più famosi club d’Italia.
Torre, innanzitutto ci racconti in breve la sua vita.
«Ho sempre avuto la passione per la musica e il mondo delle discoteche. Però ho studiato economia e dopo la laurea ho conseguito un master in business English a New York. Tornato in Italia ho cominciato a lavorare per diverse aziende, capendo presto però che non era quella la mia strada».
E com’è arrivato alla ristorazione?
«Suonando nelle discoteche ho conosciuto il pordenonese Nicola Pessotto, siamo diventati amici e ci siamo messi in società. Facendo delle ricerche abbiamo capito che il sushi, di cui lui era molto appassionato, stava riscuotendo un apprezzamento sempre crescente. Era il 2015 e a Pordenone c’erano solo un paio di ristoranti di questo genere, a gestione cinese. Così abbiamo aperto l’I-Sushi, in società anche con Paolo Manzon, puntando sulle specialità del Sol levante, ma alzando l’asticella con la qualità italiana. Successivamente ne sono nati altri sette-otto. Un locale giapponese l’abbiamo pure in piazza Drago a Jesolo, dove vivo d’estate. D’inverno abito a Treviso. A Pordenone vengo in ogni stagione due-tre volte la settimana».
Una vita bella piena, dunque, considerando pure la grande passione per la consolle.
«Assolutamente. Ogni weekend giravo mezza Italia per suonare in discoteca. Uso il passato, perché con l’emergenza sanitaria i balli sono praticamente ancora vietati e l’attività, in quel senso, al momento è ridotta».
E quindi arriviamo al Papeete, e all’estate 2019...
«Quel giorno, erano i primi di agosto, nello stabilimento balneare c’erano 7-8 mila persone. Io ero “resident dj” (il dj “fisso” del locale) del sabato pomeriggio. Tra tutta quella gente c’era anche Matteo Salvini, ospite di un amico, uno dei titolare del Papeete (l’europarlamentare leghista Massimo Casanova, ndr). Si è avvicinato alla consolle e gentilmente mi ha chiesto di poter mettere qualche canzone. Mi ha colpito la sua umiltà, mi ha chiesto se mi desse fastidio, dove si sarebbe dovuto mettere. Sono stato io a proporgli di lanciarel’inno nazionale, lui ha dato l’ok. Poco dopo sul palco si è scatenata un’invasione di giornalisti, fotografi, cameramen...».
E chi l’avrebbe detto che da lì si sarebbe preaticamente aperta la crisi di governo che ha poi spedito la Lega all’opposizione...
«Guardi, la politica quel giorno non c’entrava nulla. Salvini era una normale persona in vacanza, che aveva voglia di divertirsi e a mio parere non ha fatto nulla di male. Non si è nascosto, è stato spontaneo, cordiale, molto umile e umano. Alla luce del sole si è comportato come un qualunque giovane uomo in ferie, è entrato in punta dei piedi e poi se n’è andato ringraziando. Alloggiavamo nello stesso albergo, la sera l’ho rivisto, aveva un convegno nella vicina Cervia e ci stava andando, assieme alla scorta, pedalando sulla sua bicicletta...».
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