Da quell’antico albero sbocciano... fazzoletti che ispirano gli artisti

Si trova a Canussio di Varmo, nel parco di casa Beltrame: le foglie che sembrano di carta richiamano molti curiosi
Varmo 21 Aprile 2017. Albero dei fazzoletti a Canussio. © Foto Petrussi
Varmo 21 Aprile 2017. Albero dei fazzoletti a Canussio. © Foto Petrussi

VARMO. Chi non ha tra i suoi ricordi un albero? Che racchiuda nell’avvicendarsi delle stagioni una storia di famiglia o d’infanzia, oppure il ricordo di una persona cara.

Che ci leghi perché lo abbiamo piantato in un certo momento della nostra vita, o semplicemente perché ci affascinano il suo verde, l’andamento del tronco, la particolare fioritura. E che dire dell’albero che fa sbocciare... fazzoletti?

Una meraviglia della natura questa pianta incredibile, tanto che l’esemplare più antico e meglio sviluppato in tutto il Friuli anima, sotto la sua pioggia di ali candide, un evento unico.

A Canussio di Varmo, nel parco di casa Beltrame, storica tenuta di via Melâr 1, un’esplosione anticipata della magnifica Davidia Involucrata – questo il nome scientifico dell’albero dei fazzoletti –, si celebra la festa di primavera di artisti e associazioni, naturalistiche e culturali, aperta a curiosi e appassionati di giardinaggio.

La manifestazione fa parte della rassegna Giardini aperti in Fvg, promossa dall’associazione Amici in giardino, in calendario il 21 maggio: ma l’albero dei fazzoletti è proprio in questo periodo che mostra tutti i suoi magnifici svolazzi.

Il pubblico può ammirare anche qua e là Mosaici in fiore, stele musive di Matelda Borta – figlia del pittore Gianni –, ossia composizioni in tema floreale dove materiali naturali come i sassi si alternano a colorate tessere di smalti veneziani.

«L’iniziativa è nata dopo il grande successo, con visitatori da tutta la regione – spiega il proprietario della casa padronale cinquecentesca Claudio Beltrame, guida turistica e naturalistica –, grazie alla pubblicazione del Messaggero Veneto di uno speciale lo scorso anno».

L’albero ha una storia, legata al ricordo del padre scomparso: lo piantò nel 1976 Antonio Giovanni Beltrame, con la moglie Lina appassionato di natura, dopo averlo acquistato agli storici vivai Bardella di San Michele al Tagliamento.

«Dov’è nato – osserva Claudio – ha sentito l’atmosfera hemingwayana di là dal fiume e tra gli alberi, ciò arricchisce di simbologia la straordinaria pianta. Che non è così facile da trattare: la gente viene a vederla e raccoglie i semi, ma credo non sia semplice farli germogliare».

L’albero dei piccoli fantasmi fiorisce a una decina d’anni dalla messa a dimora, questo di Canussio ha subìto anche un trasferimento dalla parte retrostante la villa all’attuale collocazione nel giardino anteriore, dove è diventato maestoso.

«C’è un grande ritorno alle piante antiche – afferma Loredana Sant, di Amici in giardino –: vogliamo far vedere la passione, i giardini amati dai proprietari». Concorda Laura Stringari, del Fai: «Questo di casa Beltrame è un bell’esempio, che va fatto conoscere».

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