Dal Costa Rica per unirsi al corteo delle penne nere, l’orgoglio di Alessandro Muner: «Non potevo mancare»
Alessandro Muner, 58enne udinese che da tre lustri vive in Costa Rica, ha cominciato a programmare il suo ritorno in Friuli già da un anno
Un viaggio prenotato da tempo. Subito dopo che, l’8 maggio del 2022, in occasione della 93esima adunata degli alpini di Rimini, ci fu il passaggio della stecca al presidente dell’Associazione nazionale alpini di Udine. Da quel momento Alessandro Muner, 58enne udinese che da tre lustri vive in Costa Rica, ha cominciato a programmare il suo ritorno in Friuli.
In fondo, l’Adunata udinese val bene una trasferta dalla Costa Rica via Air France triangolata fra San Jose, Parigi e Venezia. Così, Alessandro Muner è volato a Udine per riabbracciare amici, commilitoni, rispolverare il suo vecchio cappello con la penna nera riposto in un armadio e prepararsi ad affrontare un appuntamento a lungo atteso.
Con la mente torna al 1984 quando, giovane di belle speranze che la visita di leva aveva fatto abile, fu spedito a Paluzza fra gli alpini dell’Ottavo alla caserma Maria Plozner Mentil, l’unica dell’esercito italiano dedicata a una donna, la portatrice carnica colpita a morte da un cecchino austriaco il 15 febbraio 1916. «Facevo l’autista e correvo su e giù per le montagne – ricorda – mio padre era nato a Tolmezzo e in quelle zone mi sentivo come a casa. Quell’esperienza vissuta insieme fu un collante e cimentò molte amicizie» ammette.
Completato il servizio militare, Muner si dedicò alla propria carriera e avviò un ufficio di progettazione per arredamenti, un’attività che lo assorbiva parecchio. Ma gli appuntamenti con le adunate alpine non li ha mai saltati: «Ne ho fatti parecchi» assicura. Fino a quando la crisi economica cominciò a farsi sentire e lui decise di trasferirsi oltreoceano per stabilirsi in Costa Rica. Non un Paese a caso, visto che è proprio lì che ha trovato la sua compagna.
C’era andato per una vacanza che si rivelò galeotta. Alice, così si chiama la sua dolce metà, lo conquistò sin da subito, così nel 2005 se l’è sposata.
Nel 2008 ha chiuso la propria attività e si è trasferito con lei a Montezuma. Città magica sulla punta più lontana della penisola di Nicoya, dove le montagne della giungla toccano la costa del Pacifico, praticamente un paradiso sulla terra.
«Un posto bellissimo, dove la natura incanta e dove la vita ha ritmi differenti – racconta Muner –. È diventata casa mia. Certo – ammette –, mi mancano i parenti, le sorelle che ho lasciato a Udine, gli amici che con il tempo ho perso di vista e la montagna, sciare soprattutto».
La moglie fa l’insegnante di inglese, Alessandro, invece, ha messo in piedi una florida impresa che affitta case e appartamenti.
«A malincuore, vivendo all’estero ho dovuto rinunciare a partecipare alle adunate degli alpini – ammette con amarezza –, ma quando ho saputo che nel 2023 era proprio la mia città ad avere l’onore di ospitarla ho pensato che non potevo mancare. Non esserci sarebbe stato un vero e proprio affronto, così ho programmato le ferie. Ho affidato la mia attività nelle mani di mia moglie e ho preso l’aereo».
Arrivato in Friuli qualche giorno fa, ha subito cercato fra le sue vecchie cose il prezioso cappello d’alpino e lo ha sfoggiato orgoglioso per le strade di Udine: «Ho rivisto amici e vecchi commilitoni» racconta, in attesa dell’Adunata.
«Si sfila con l’orgoglio di essere alpini – spiega –, a unirci è lo spirito di gruppo perché, in realtà, siamo una grande famiglia». —
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