Dal Friuli ai teatri di NY: il sogno di Patrick, da infermiere a ballerino professionista

LATISANA. In tasca una laurea infermieristica e nel cassetto un sogno: ballare. Abbastanza per mettere in gioco tutto e volare dall'altra parte dell'oceano per realizzare quel sogno. Era il 2013 e l'occasione arriva con una borsa di studio.
Ora, a 26 anni, Patrick Piras, è un ballerino professionista. E nel suo presente ci sono le coreografie dei più famosi teatri di New York con la Nai Ni Chen Dance. Solo da gennaio a marzo, quindici spettacoli, al Brooklyn Center di New York, nel New Jersey, nell'Ohio e ancora New York, con la Philarmonic Orchestra, solo per citarne alcuni. Tre ingaggi da solista nel 2016, con la Arch Contemporary Ballet. E alcune esperienze come assistente coreografo.
L'allievo borsista della prestigiosa The Ailey School, il più grande centro dedicato alla danza di New York, frequentato da circa 3500 studenti l’anno, parte da Latisana, suo paese d'origine, dove vive nella frazione di Gorgo e dove inizia a studiare danza, dopo che la sua insegnante di attività motoria della scuola media nota in lui una spiccata predisposizione.
La svolta arriva, inaspettata, quattro anni fa, lo stesso anno della laurea: fino a quel momento Patrick aveva vinto qualche premio qua e la, ma non aveva mai pensato di poter diventare un ballerino professionista, tanto che dopo il liceo a Latisana, il suo percorso di studi era proseguito con l'Università a Udine. Nell'estate del 2013, quasi per gioco, partecipa allo “Jesolo Dance Contest ” e si classifica primo nella categoria Over, vincendo così una borsa di studio per Bari, dove al termine dello stage con alcuni insegnanti della Alvin Ailey viene selezionato per il programma di studio invernale a New York.
«Nella scuola di danza moderna più grande del mondo, dove ho avuto la possibilità di entrare in contatto con ragazzi provenienti da tutto il mondo, con lingue, usanze e culture differenti che influenzano direttamente il loro modo di ballare e col tempo ti permettono di assorbire in prima persona questi tratti», racconta con orgoglio e con la soddisfazione di chi sa di aver vinto una sfida.
E partire con una valigia piena di sogni e lasciarsi tutto alle spalle era l'unico modo per riuscire a vincere quella sfida: «l'Italia è un paese che trascura l’arte e la cultura – ha raccontato in un'intervista Patrick – e soprattutto trascura i giovani, li priva di opportunità e li spinge inevitabilmente a scegliere di andare via, all’estero. Purtroppo in Italia la formazione e la carriera del ballerino non sono né riconosciute, né valorizzate». L'ultima esibizione in Friuli, nel 2013, quando Patrick è salito sul palco del teatro Odeon di Latisana nel tradizionale saggio di fine anno della Filodanza, la scuola che lo ha visto crescere.
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