Dal sogno di ragazzo a una dolce attività: la marmellata di Enzo conquista gli inglesi

Enzo aveva appena 14 anni. E un pensiero fisso. «Riuscire a vendere marmellate agli inglesi». A chi di questo prodotto se ne intende. Pareva qualcosa di irrealizzabile. Ma un giorno Enzo, oggi 59 anni, quell’ingenuo desiderio di ragazzino lo ha realizzato. Eccome. Insieme alla sorella Cinzia, 60 anni.
I fratelli Zanuttigh infatti, originari di Udine e cividalesi d’adozione (nella cittadina ducale si sono trasferiti con la famiglia a metà anni ’70), hanno messo in piedi un’azienda artigianale. Scegliendo, non a caso, la zona industriale di San Pietro al Natisone.
Lì, dove lo sguardo – da qualsiasi parte ci si volti – plana sempre in mezzo al verde e ai boschi, si sono messi a produrre conserve e marmellate. Dando così concretezza a quell’amore per la propria terra e per la natura che fin da piccoli hanno imparato da mamma e papà. Accomunati, raccontano, da due certezze. Una: ripercorre le orme di famiglia.
«Lavorando in proprio». Desiderio coltivato da sempre. «Siamo cresciuti in un ambiente imprenditoriale», spiegano. Poi, una volta grandi – e tutti e due con una laurea in Economia in tasca –, la seconda certezza. «Mai avremmo fatto i commercialisti», afferma Cinzia sorridendo. Anche se, in realtà, lei quegli studi in parte li ha messi a frutto. «In azienda sono io che mi occupo della parte amministrativa e commerciale», spiega. Il regno di Enzo, invece, – oggi affiancato dal fido collaboratore Valentin – fin dall’inizio è la produzione.
Quell’inizio è il 1991 e si chiama “Al frut”. «Da tempo il nostro interesse si era concentrato su prodotti biologici trasformati». Amplificato dalla partecipazione a un convegno sul tema, raccontano. In breve i due fratelli hanno raccolto tutte le informazioni necessarie.
Poi sono partiti. Con la scelta della sede dell’azienda, la realizzazione del capannone e l’acquisto dei macchinari. I segreti del mestiere Enzo li ha acquisiti da un esperto del settore che dall’Emilia Romagna è arrivato appositamente a San Pietro al Natisone.
«All’inizio ci siamo dedicati alle confetture biologiche». Anche se allora non esisteva ancora una legge di tutela. Poi sono arrivate le conserve di pomodoro bio certificate. Nel tempo, da pesche, albicocche, prugne, ciliegie, fichi, fragole, more, mele cotogne, pere, amarene e ogni tipo di frutta è nata una vasta gamma di marmellate, confetture e composte. «E tutti quei vasetti allineati in magazzino bisognava in qualche modo farli conoscere ai possibili consumatori».
È stato allora che Cinzia, mettendo da parte la timidezza, ha fatto il giro di negozi e gastronomie della zona a promuovere i prodotti. Che sono subito piaciuti, finendo così in ogni parte del Friuli. E non solo. «Niente supermercati, però», precisano i due fratelli.
E niente spaccio aziendale. «Volutamente la produzione è limitata. Siamo già al 100% della nostra capacità lavorativa e ci teniamo a rimanere una piccolo laboratorio artigianale con una precisa filosofia aziendale». Per questo le materie prime – che sono prodotto fresco, ma anche surgelato – si vanno a reperire laddove sono sempre garantiti i due «fondamentali» di “Al frut”: qualità e genuinità.
Se serve, anche all’estero. Dove nel tempo i vasetti nati a San Pietro al Natisone si sono fatti conoscere e apprezzare. E quell’estero, da tempo ormai, significa pure Inghilterra. Anni fa un imprenditore d’oltremanica ha conosciuto i Zanuttigh a Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione di Parma. E si è immediatamente innamorato della loro confettura di fichi. Da allora ogni anno ne acquista in gran quantità per poi rivenderla in patria e in tutto il mondo. «Il mio sogno realizzato», sorride Enzo. Così fanno anche altri clienti che da Austria e Germania arrivano direttamente in azienda per scegliere le prelibatezze made in Friuli e proporle poi in patria.
Nel tempo, accanto ai prodotti derivati da frutta e pomodori, Enzo e Cinzia hanno aggiunto anche il soffritto “Sapori dell’orto”, “Erbe per risotti e frittate”, Kren, brovada e crauti cotti. E soprattutto la loro apprezzatissima invenzione: “Il pesto friulano” con sclopit e noci, oggi proposto pure nella variante a base di basilico e mandorle. Tutto frutto della loro instancabile passione. Così, dal 1991 ricerca, sperimentazione e rigore restano le regole fondamentali di “Al frut”.
Che si traducono nel controllo manuale di ogni singola fase della lavorazione: dalla selezione della materia prima alla cottura e preparazione, fino al confezionamento. L’obiettivo finale è vedere che quei vasetti sono ricercati dai consumatori per genuinità, bontà e tradizione. Motivo per cui, finché frutta e ortaggi trasformati non rispondono ai severi parametri imposti dai due fratelli – di recente premiati da Confartigianato –, non finiscono sugli scaffali dei negozi.
E quando si tratta di assaggiare per capire se la strada è quella giusta «c’è il coinvolgimento a tutto tondo della famiglia», spiegano. E una grossa mano la danno i consigli di mamma Maria, del marito di Cinzia e della moglie di Enzo, oltre a quello dei loro tre figli. Di fatto i giudici che promuovono o bocciano le produzioni di mamma e papà. Che oggi sono 26 tipi diversi di confetture, composte e marmellate e conserve di ortaggi. Anche se non è scritto sull’etichetta, alcuni prodotti sono bio. «E non potrebbe essere diversamente, visto che per le marmellate di arance, arance amare e mandarini si utilizza pure la buccia». Quindi, massima attenzione al gusto e alla salute.
Tra due anni, i «mancati commercialisti per scelta», come amano definirsi scherzando, festeggeranno i 30 anni di attività. Un traguardo che non può che renderli orgogliosi. «Perché abbiamo fatto tutto da soli». Un passo alla volta, da veri friulani. Impegnandosi sempre al massimo. «Persino le etichette dei prodotti all’inizio le disegnava Enzo, una ad una», svela Cinzia.
Ad ascoltare i due fratelli mentre raccontano della propria azienda, si intuisce che le passioni che li hanno accomunati fin da piccoli, sfociate anche nel medesimo percorso di studi, sono le stesse che li accompagnano ancora oggi, quando al mattino aprono le porte di ufficio e laboratorio. Sempre determinati a fare le cose bene. Talmente bene che il marchio “Al frut” è riuscito a incantare persino i sudditi della regina Elisabetta.
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