Dal voto a Nordest avvertimento a Renzi

Vince la protesta con al centro i temi dell’immigrazione e della crisi. In Veneto il Pd dimezza i consensi del 2014. Centrodestra a trazione leghista

UDINE. Lo sfregio del voto alle regionali venete, con il presidente uscente, Luca Zaia, il leghista dal volto moderato, che doppia Alessandra Moretti (50,1 contro il 22,8 per cento) porta con sè una paura tra i democratici, quella del ritorno al cortocircuito con la società nordestina. Roma, i palazzi del potere, i luoghi di governo tornano lontani: una cesura che sembrava sanata solo un anno fa quando alle europee il partito di Renzi otteneva il 37,5 per cento in Veneto (42,21 in Friuli Venezia Giulia) lasciando dietro di sè un centrodestra spappolato dalle sconfitte e i grillini ben lontani da quel sorpasso che avevano pronosticato sul Pd.

Con il Jobs act e i tagli alle tasse, Renzi contava di consolidare il voto di sfondamento sull’elettorato moderato tant’è che in Veneto ha schierato una delle punte di diamante dell’armata riformista, la vicentina Alessandra Moretti. E’ noto come è andata: uno dei peggiori risultati del centrosinistra nella storia del Veneto ed elezioni comunali che inanellano una serie di ballottaggi se non di sconfitte che deludono più che altrove.

Non è questione solo di riforme, in particolare quelle sulla burocrazia di cui si stentano a vedere gli effetti, ma appare in tutta evidenza una nuova forma di protesta che lega il Nordest alla vicina Austria. In Trentino Alto Adige, che ha votato prima delle regionali, il Pd tiene, ma Svp paga il governo a beneficio della Lega salviniana - e dei suoi slogan contro immigrati e profughi - che fagocita anche Forza Italia.

Schiaffo al Pd nel mini-test friulano
Cividale 1 Giugno 2016. Il sindaco Balloch brinda alla vittoria. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Anche nel Pordenonese pochi sorrisi per il centrosinistra

In Veneto le cose non vanno diversamente: la Lega passa dall’11 per cento delle politiche 2013 al 17,8 dell’altro giorno al quale va aggiunto il consenso per la lista Zaia per sommare oltre il 40 per cento. Nel minitest elettorale friulano il centrodestra si consolida e conquista una roccaforte rossa come Montereale Valcellina. In Austria le elezioni in Stiria e Burgenland segnano la riscossa della destra liberalnazionalista che, cancellati i riferimenti neonazi, imita gli slogan salviniani sull’immigrazione.

Se c’è un minimo denominatore comune che lega queste tendenze è sicuramente quello dei profughi con un evidente deficit di governo sul territorio degli arrivi, via terra e via mare, che ha lasciato alla Lega praterie sconfinate di polemica politica.

Così se il centrosinistra si interroga, il centrodestra si rianima: dall’osservatorio nordestino Renzi non è invincibile come sembrava e il destino non è un oblio lungo lustri. Certo è complicato mettere insieme moderati e Lega ma c’è un anno di tempo prima del voto amministrativo che coinvolgerà in Friuli Comuni importanti come Trieste, Pordenone, Codroipo, Monfalcone, Cordenons e San Vito al Tagliamento. Sarà il primo, vero, test elettorale di metà mandato per la giunta Serracchiani e la sua politica di riforme. Un test - è evidente - che avrà un chiaro valore di giudizio politico.

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