Dalla mensa scolastica alle regole in caso di contagio: ecco le sette cose da sapere per il rientro in classe

L’obiettivo è avere la certezza che gli insegnanti assunti a tempo indeterminato e determinato, compreso i presidi, i bidelli e gli amministrativi, non sono potenziali portatori del coronavirus in aula. Ecco alcune regole per la ripartenza della scuola ai tempi del coronavirus

UDINE. Il personale della scuola sarà sottoposto al test sierologico prima dell’avvio dell’anno scolastico. Il protocollo di sicurezza messo a punto dagli esperti nazionale affronta anche l’aspetto dei controlli preventivi e le Regioni, compreso il Friuli Venezia Giulia, sono al lavoro per garantire il rientro a scuola in massima sicurezza. «Stiamo organizzando la campagna dei controlli che prevede il test sierologico per tutto il personale delle scuole di ogni ordine e grado: dagli insegnanti ai collaboratori scolastici» conferma il vice governatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, impegnato con il suo staff nella definizione del programma. Da Roma i kit sono già arrivati.

Prima del 16 settembre, data di inizio delle lezioni in regione, dirigenti scolastici, docenti, personale Ata e quindi bidelli e tecnici amministrativi saranno sottoposti al test sierologico. L’esame consentirà di sapere se tra il personale scolastico c’è qualche positivo asintomatico e se qualcuno ha superato senza sintomi l’infezione e per questo ha già sviluppato gli anticorpi. L’obiettivo è avere la certezza che gli insegnanti assunti a tempo indeterminato e determinato, compreso i presidi, i bidelli e gli amministrativi, non sono potenziali portatori del coronavirus in aula. Ecco alcune regole per la ripartenza della scuola ai tempi del coronavirus.
 

1. Quando è obbligatoria la mascherina in aula
Gli alunni e gli studenti con oltre sei anni di età, a settembre, per entrare a scuola, dovranno indossare la mascherina. L’obbligo vale anche per gli insegnanti, i dirigenti scolastici, i bidelli e tutto il personale Ata. Una volta entrati in classe, però, i ragazzi potranno abbassare la protezione purché sia rispettato il metro di distanza che si calcola da bocca a bocca. Ovviamente, in tutte le occasioni in cui sarà impossibile mantenere il distanziamento sociale, la mascherina andrà rimessa.

E se a settembre, i nuovi banchi, quelli che garantiscono il metro di distanza, non saranno ancora disponibili, i ragazzi dovranno indossare la mascherina per tutta la durata delle lezioni.
Tutti questi aspetti erano già stati chiariti dal Comitato scientifico nazionale, ma ora con l’aumento dei contagi sono in molti, anche nel mondo della scuola, a interrogarsi sulla necessità di ampliare l’obbligo della mascherina. Anche tra i genitori i pareri sono discordanti: i più prudenti chiedono ai dirigenti scolastici di applicare le norme più restrittive, altri invece sono contrari all’uso della mascherina in classe. Si tratterà di trovare una mediazione che non metta a rischio l’avvio del nuovo anno scolastico.

2. La mascherina obbligatoria sullo scuolabus
Gli studenti dovranno indossare la mascherina non solo per salire e scendere dallo scuolabus, ma anche per tutta la durata del percorso da casa a scuola. Sugli scuolabus andrà mantenuto il metro di distanza, solo i fratelli o i bambini che vivono nella stessa casa potranno sedersi accanto. In un unico caso è ammessa la deroga e interessa i percorsi di durata inferiore ai 15 minuti.

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3. A casa quando si ha la febbre
Ormai è certo: negli istituti scolastici non ci saranno i termoscanner. Ai bambini e agli adolescenti la febbre si misura a casa. Prima di uscire i genitori dovranno obbligatoriamente avvicinare il termometro elettronico alla fronte dei figli. Se supererà i 37,5 gradi i ragazzi non potranno varcare i cancelli degli istituti e dei plessi scolastici.

Questa è una delle precondizioni stabilite dal ministero della Salute su suggerimento del Comitato tecnico-scientifico nazionale per poter entrare in classe. Allo stesso modo, gli studenti per frequentare le lezioni non dovranno manifestare difficoltà respiratorie collegabili al coronavirus e, nei 14 giorni precedenti, essere stati in quarantena o in contatto con persone positive al Covid-19. La misurazione della temperatura è un’azione fondamentale per garantire la sicurezza in aula. Inizialmente, la misurazione della febbre era tra le misure che avrebbero dovuto garantire le scuole, il condizionale è d’obbligo perché, dopo le opportune verifiche, i tecnici si sono resi conto che questa procedura avrebbe rallentato gli ingressi dei ragazzi e, quindi, posticipato gli accessi in classe. A questo punto la responsabilità resta dei genitori.

4. Ogni scuola avrà il suo presidio sanitario
Ogni scuola dovrà organizzare al suo interno una sorta di ambulatorio. Dovrà avere un medico competente per la sorveglianza sanitaria che dovrà collaborare a stretto contatto con il dirigente scolastico e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. L’obiettivo è quello di integrare e proporre tutte le misure anti contagio da coronavirus.
Tra i compiti del medico c’è anche la tutela dei lavoratori fragili, ovvero delle persone con patologie croniche o affetto da malattie che possono aggravarsi nel caso di contagio da Sars-Cov2. Quest’ultimo incarico, però, può essere affidato anche a un medico di medicina generale consorziato con altri istituti, oppure a un medico del lavoro dell’Istituto nazionale infortuni (Inail).

I dirigenti scolastici sono al lavoro anche per rafforzare gli sportelli di supporto psicologico per allievi e lavoratori. Il servizio non è nuovo, da tempo consente ai ragazzi di rivolgersi al personale competente per risolvere i loro problemi anche di rendimento scolastico. A seguito delle conseguenze provocate dall’emergenza sanitaria ancora in atto e dal lockdown, però, il servizio viene rafforzato per garantire un maggior aiuto ai ragazzi costretti all’allontanamento dai compagni di classe.

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5. Le regole per la mensa scolastica
Tutto monouso. Nelle mense scolastiche non si utilizzeranno più stoviglie in ceramica e gli studenti non mangeranno tutti alla stessa ora. Le norme anti Covid previste dal Comitato tecnico-scientifico prevede l’organizzazione a turni per la refezione scolastica. Considerato inoltre che molte mense sono state trasformate in spazi per la didattica, è consentito il lunchbox, ovvero la possibilità di consumare il cibo servito in appositi contenitori.

Tutti gli spazi in cui gli studenti consumeranno il pranzo dovranno essere aerati e sanificati prima e dopo il consumo degli alimenti. Indipendentemente da dove avverrà la somministrazione degli alimenti, i dirigenti scolastici dovranno prevedere la distribuzione delle mono porzioni in vaschette separate unitariamente alle posate, ai bicchieri e ai tovaglioli monouso e compostabili. Anche in questo caso sarà necessario maggior personale, i dirigenti scolastici continuano a farlo presente all’Ufficio scolastico regionale. Questo resta uno dei nodi da sciogliere anche in Friuli Venezia Giulia, non a caso, l’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen, ha posto il tema al vice ministro all’Istruzione, Anna Ascani, chiedendole di porre rimedio agevolando le richieste dei presidi.

6. Igienizzazione degli ambienti: ecco come
Nei prossimi giorni nelle scuole arriveranno le forniture di igienizzanti, saponi e tutti i prodotti necessari per garantire la tutela della salute. Il protocollo di sicurezza prevede la pulizia quotidiana dei locali e l’igienizzazione periodica di tutti gli ambienti. Particolare attenzione sarà posta nella pulizia delle maniglie e di tutti gli oggetti che alunni e studenti toccano con maggior frequenza.

L’igienizzazione dei locali dovrà avvenire seguendo un cronoprogramma definito e annotando gli interventi in un apposito registro dove saranno trascritti anche gli interventi effettuati sugli arredi.
Nel caso in cui dovesse emergere una positività, i luoghi e le aree potenzialmente contaminati dovranno essere sanificati. Sarà fondamentale anche l’aerazione dei locali tant’è che nei bagni, quando è possibile farlo, le finestre andranno tenute aperte. A differenza del passato, quando le finestre venivano, per ragioni di sicurezza, sigillate proprio per impedire ai ragazzi di aprire, nell’era del coronavirus le finestre dovranno restare aperte il più possibile. Resta da capire chi effettuerà le pulizie visto che i dirigenti scolastici continuano a chiedere più personale Ata senza però ricevere risposte rassicuranti

7. Ci sarà ancora la didattica online
In queste ore i dirigenti scolastici stanno perfezionando l’organizzazione scolastica per non farsi trovare impreparati. Quest’anno la prima campanella suonerà il 16 settembre, ma in molti casi per un certo numero di giornate, il suono arriverà attraverso le attrezzature informatiche, nelle abitazioni degli allievi. Nelle scuole superiori, infatti, è abbastanza probabile che nell’articolazione dei programmi formativi i dirigenti scolastici, per ragioni di tempo e di spazio, prevedano anche le lezioni a distanza.

La distribuzione su sei giorni delle ore di lezione non sarà sempre facile soprattutto se le ore saranno mantenute di 60 minuti. Ma come situazione di partenza, al momento la didattica a distanza potrà essere usata (in via complementare) solo alle superiori. Nelle scuole primarie e nelle medie non sarà consentita. A meno che i contagi non raggiungano livelli tali da rendere necessario un nuovo lockdown. Si tratta di una situazione che tutti vogliono evitare ecco perché di fronte al contagio di ritorno, gli occhi restano puntati sull’avvio dell’anno scolastico. Nel caso di un’inversione di tendenza sono previste 10 ore di lezione via web in prima elementare, 15 alle medie e 20 alle superiori.

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