Dalla sfida moglie-marito al sindaco eletto per tre voti: nove curiosità sulle elezioni comunali in Friuli

UDINE. Domenica 26 maggio i cittadini sono stati chiamati a votare per rinnovare i seggi italiani del Parlamento europeo e per scegliere, in 117 comuni del Friuli Venezia Giulia, il sindaco e l'amministrazione comunale.

Elezioni comunali, l'elenco completo di tutti i sindaci eletti in Friuli


Il voto di domenica, come tutte le ultime elezioni per il rinnovo dei consigli comunali, fa storia a sé. Nei giorni post scrutinio, abbiamo seguito l'appuntamento elettorale attraverso i risultati dello spoglio, il commento degli esperti, l'andamento dei partiti in regione e le interviste ai vincitori e ai vinti. E tra le pieghe delle analisi abbiamo raccolto alcune curiosità sul voto del 26 maggio. Eccole.

1. Un sindaco su cinque è donna.  È trascorso più di mezzo secolo da quando, nel 1946, per la prima volta in Italia la fascia tricolore venne affidata a una donna, Ada Natali, sindaco di Massa Fermana nelle Marche. Da allora, con le battaglie femministe e la parità di genere, l'ascesa delle donne in politica non è più un tabù anche se i numeri mostrano un percorso più lento, soprattutto a livello locale.

Su 117 comuni da rinnovare, sono una ventina le donne elette sindaco. Ventiquattro per l'esattezza. Molte di più le signore entrate nei consigli comunali al voto. Dalla Carnia fino alla Bassa friulana, passando per il Pordenonese, i programmi elettorali delle neo sindaco hanno trovato spazio tra quelli dei colleghi di sesso opposto. Anche segnando qualche record. A Meduno, infatti, Marina Crovatto ha raggiunto un traguardo importante diventando la candidata donna con il maggior numero di preferenze: un tesoretto di 778 voti per un totale di 88,61% di schede scrutinate. 

2. La più giovane e la stakanovista. È donna anche la più giovane candidata di questo turno elettorale. Si tratta di Sara De Luca, 18 anni compiuti lo scorso 6 aprile, di Staranzano. Purtroppo per lei solo una manciata di voti che non le hanno permesso l'ingresso in consiglio. Le porte della politica resteranno sempre aperte anche per la grillina Angela Fracas che a Porcia non è entrata in consiglio per un soffio. Poco male perché la candidata è convolata a nozze proprio domenica 26 maggio con Francesco Zava. 

Non mollare mai è invece il leit motiv di Ornella Baiutti che fa il bis con la fascia tricolore dopo aver partecipato alla vita politica di Cassacco prima come consigliere e poi come assessore. Quello che ha preso il via domenica è quindi il quarto mandato da amministratore per Ornella che, con la sua lista "Insieme per Cassaco" ha ottenuto il 53,66 % delle preferenze, rispetto al 46,44% dello sfidante Gilberto Gamberini.


3. Il sindaco "Sotto/Sopra". Un sorriso ce lo strappa il neo eletto sindaco di Forni di Sopra, già primo cittadino di Forni di Sotto. Per due mandati consecutivi, infatti, Marco Lenna ha guidato l'amministrazione del centro vicino, decidendo di correre in questa tornata elettorale con le due liste "Sopra tutto" e "Forni di Sopra attiva". Il politico, figlio dell'ex senatore e assessore regionale Vanni, ha così deciso di scendere nuovamente in campo e ha battuto i due avversari (Lino Anziutti e Fabio Colombo) con 382 voti e il 55,77 percento delle preferenze. Appendere al muro la fascia tricolore è difficile, si sa.


4. La vittoria al fotofinish. Vincere le elezioni, che fatica. Lo sanno bene i candidati che sono riusciti a conquistare l'elettorato per una manciata di voti. Emblematico è il caso del sindaco di Venzone. Amedeo Pascolo è riuscito a spuntarla sul suo avversario, Mauro Valent, per appena tre voti. Il primo, sostenuto dalla lista "Progetto Venzone", ha ottenuto 538 voti, il 41.45% delle preferenze mentre lo sfidante si è fermato al 41.22% ovvero 535 voti. Pascolo, che aveva già amministrato il paese per tre mandati dal 1999 al 2014, ha di fatto vinto al fotofinish.

Una situazione simile anche a Povoletto dove Castenetto ce la fa ma per 19 voti. Giuliano Castenetto, in un combattuto testa a testa con Lorenzo Merluzzi, ha prevalso per una manciata di preferenze. 

Non si può dire abbiano avuto gli stessi problemi i neo eletti a San Leonardo e Rivignano Teor. In questi due centri i sindaci eletti hanno sfondato la soglia del 90% delle preferenze.

Nel primo caso, a San Leonardo, Antonio Comugnaro ha stravinto con il 94,66%, che tradotto in voti fa 585. Il suo sfidante, Daniele Cettolo, si è fermato a 33. Discorso a parte merita Rivignano dove Mario Anzil viene rieletto con il 93,95% Il candidato Francesco Pussini, della provincia di Gorizia, si è fermato al 6,05 per cento con la sua Per la democrazia: il sospetto che si sia trattato di una lista “civetta” per far aggirare alla compagine di Anzil l’ostacolo del quorum è venuto a molti in paese.

Percentuali di vittoria, esclusi i 21 eletti che hanno dovuto "sconfiggere il quorum per essere eletti, anche a Treppo Grande, Capriva del Friuli e Meduno.


5. Ai paesi piacciono le civiche. Messo alle spalle lo tsunami politico delle Europee, con l'exploit della Lega che anche in Friuli fa man bassa di voti, lo scenario cambia per le amministrative. Nei paesi non c'è simbolo che tenga e il miglior biglietto da visita resta ancora la conoscenza diretta del candidato.

A dimostrarlo sono i numeri. Su 117 Comuni al voto, ben 107 sindaci hanno vinto supportati da schieramenti di liste civiche. La Lega si è presentata con il suo simbolo in 33 paesi: in sei comuni ha vinto, nei rimanenti ha perso. Un po' meglio la situazione dei democratici. Liste alla mano, il Pd ha presentato il suo simbolo in 8 Comuni, finendo in un pareggio elettorale (se si può considerare la scelta di "Turriaco democratica", colori e grafica simile, come gemella dei partito di Zingaretti).

Le cose vanno decisamente peggio al Movimento 5 stelle. I grillini hanno presentato il loro simbolo solo a Porcia dove ad entrare in consiglio è il solo candidato sindaco Mauro Biolcati (578 voti, 6,94% delle preferenze ottenute).

6. Boom di liste in friulano. Non si può dire che in questa tornata elettorale abbia vinto l'originalità dei voti. Le liste, per lo più civiche, sono state battezzate con nomi tipo “Progetto per il comune”, “Per il bene comune”, “Uniti per il comune”, “Migliorare il comune”, “Proposta per il comune”, “Intesa per il comune” ...

Un gioco di parole che accomuna, tanto per insistere, quasi tutti i comuni che domenica sono andati al voto. Tra chi ha osato di più possiamo segnalare la scelta dei nomi in friulano: Simpri par Damar, Dimpec Tal mont, Artigne in comun, con scarsa fantasia e originalità la “Liste civiche Basilian” e la “Liste civiche furlane Cjamfpuarmit”.

E ancora, tornando tra i monti, “Chiusaforte Pal doman”, “Par for di sora” (a Forni di Sopra), “For di sot doman” è la risposta di Forni di Sotto, a Rigolato “Nuo pal comun di Rigulat”, a Osoppo “Cumò par doman”, e scendendo un po’, a Treppo Grande, un semplice e ottimistico “Vive Trep”.


7. Il vicesindaco che sfida e batte il sindaco. La sfida, già alla presentazione delle liste, era sembrata epica. Il risultato lo è ancora di più. Gianluca Maiarelli, il sindaco uscente di Tavagnacco, è stato doppiato dal suo numero due, il vicesindaco Moreno Lirutti. I numeri della sconfitta non lasciano dubbi: Lirutti ha conquistato 5.190 voti, il 64% delle preferenze lasciando a bocca asciutta Maiarelli che raccimola il restante 36% delle preferenze, 2.864 voti.

Come si è arrivati a questa lotta, per certi versi, fratricida? L’alleanza tra le liste che avevano appoggiato Maiarelli nella scorsa tornata amministrativa – Intesa, Progetto per Tavagnacco e Idee per Tavagnacco – si è frantumata in modo definitivo a inizio gennaio. Intesa – rappresentata in consiglio da Lirutti, dagli assessori Paolo Abramo, Giulia Del Fabbro, Ornella Comuzzo e i consiglieri Mario Pezzetta, Massimo Faleschini e Marco Zamò – ha messo in campo un nuovo tema: la necessità di assumersi maggiori responsabilità e, di pari passo, di trovare una nuova guida per il Comune.


8. Caccia alla poltrona. In un panorama di quasi cinquemila candidati, la palma d'oro per il Comune con il numero più alto di aspiranti consiglieri va a Pasian di Prato (9.391 abitanti secondo l'ultima rilevazione Istat). Con undici liste e 159 candidati è suo il record di nomi in corsa per uno scranno in municipio.

In questo pacchetto elettorale, vanno segnalati anche i comuni di Gradisca di Isonzo, Staranzano e Campoformido dove nei tabelloni elettorali erano presenti, rispettivamente, otto liste e decine di candidati: nessuno dei tre centri arriva a toccare la quota degli ottomila abitanti.

Affidandoci alla cabala o al romanticismo numerico che vedono nell'otto un piccolo infinito e segno di prosperità, non dovrebbe sorprendere che a San Dorligo (poco meno di 6 mila abitanti) sono stati otto i candidati sindaco a contendersi la fascia tricolore. Impressionante anche il dato di Sgonico (5 candidati per 2 mila abitanti) e Monrupino (4 aspiranti sindaco per un totale di 881 residenti).

9. Una sfida tra volti noti. Tra vecchi nomi, rielezioni, sportivi e semplici professionisti, tra i nomi in elenco sono spuntati anche alcuni candidati noti al panorama politico. A Pasian di Prato, ad esempio, si è presentato Lorenzo Tosolini, eletto un anno fa nelle fila della Lega con mille e 32 preferenze di cui 331 raccolte nel municipio alle porte di Udine nel quale, tra l’altro, è già stato sindaco. Meno fortunato questa volta: i voti raccolti sono stati appena 120.

Interessante la sfida in casa Lega tra moglie e marito di San Dorligo della Valle. Sotto il simbolo del Carroccio, hanno corso sia il consigliere regionale Danilo Slokar (692 voti nel 2018) sia la moglie Gabriella Donna, quest’ultima candidata con gli ex padani pure a Monrupino. A spuntarla è stato Slokar che ha raccolto quattro voti contro i due della compagna.

Una sfida tra destra e sinistra si è giocata a Reana del Rojale dove il Pd ha schierato l’ex presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, rieletto a palazzo Oberdan nel 2018 con mille e 659 voti. Dall'altra parte della barricata ecco Edy Morandini, già vicesindaco fino a settembre, consigliere di Progetto Fvg grazie alle mille preferenze raccolte lo scorso 29 aprile e alle successive dimissioni di Sergio Bini da consigliere. A vincere la "sfida" per una manciata di voti (17 per essere precisi) è l'ex vicesindaco Morandini che ha strappato 92 prederenze contro le 75 di Iacop. 

Superato il Tagliamento, a Porcia troviamo Chiara Da Giau, da due legislature presenza fissa in Regione (l’ultima volta con mille 466 voti personali), mentre a Tramonti di Sotto Giampaolo Bidoli, già sindaco del paesino fino all’elezione in Regione (395 preferenze) con il Patto per l’Autonomia.

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