Dall’area militare alla casa delle suore: l’eredità che segna il futuro della Quiete

UDINE. Sarà più di un tesoretto, un patrimonio niente male, a fare la differenza nel passaggio di testimone tra il presidente scaduto agli inizi di settembre dell’azienda per i servizi alla persona “La Quiete”, Stefano Gasparin, e l’avvocato Alberto Bertossi, che a meno di colpi di scena sarà nominato a giorni. Il trasferimento dell’area dell’ex caserma Reginato e dell’ex ospedale militare, fa parte di un’operazione unica nel suo genere non solo per i tempi di record con cui è stata conclusa, ma soprattutto per la trasformazione urbana che sta generando. Il muro che separava borgo Pracchiuso dal complesso militare è caduto e la ristrutturazione è in corso.
Il patrimonio
L’Agenzia del demanio ha trasferito a costo zero due lotti per un totale di 11.200 metri quadrati di superficie, su cui insistono alcune palazzine e parcheggi. Nel lotto che si affaccia su via Pracchiuso, “La Quiete” realizzerà nuovi uffici e un parcheggio al servizio della casa di riposo che sarà ampliata con 120 nuovi posti letto. Se l’iter per l’avvio del cantiere non avesse accumulato qualche ritardo di troppo, il Consiglio di amministrazione uscente avrebbe tagliato il nastro confermando così i tempi di record registrati in precedenza. Il progetto va avanti e la Regione investe 3,7 milioni di euro: 2,7 sono stati stanziati dalla giunta Serracchiani, uno dall’attuale esecutivo guidato da Massimiliano Fedriga. Non è da meno il cantiere avviato nell’ex alloggio delle suore, in via Pracchiuso, ceduto dalla Quiete alla Fondazione Morpurgo Hofmann onlus. L’edificio diventerà la sede della Fondazione e del Centro dell’invecchiamento attivo.
Assistenza
Nel suo mandato quinquennale, il cda uscente ha puntato sul miglioramento dell’assistenza sanitaria degli anziani investendo nella formazione dei giovani medici con l’attivazione di una borsa di studio sul rischio clinico, e sulla prevenzione e gestione del dolore e quindi sul tirocinio formativo degli iscritti al corso di Fisioterapia all’università di Udine.
La politica
Trattandosi di nomine politiche, il sindaco indica il presidente e tre consiglieri (il quarto consigliere lo esprime la Fondazione Friuli) e fin qui non ci sarebbe nulla di nuovo se non fosse che nel cda della Quiete siede ormai da tempo anche un rappresentante dell’opposizione. A introdurre questa innovazione frutto di una visione partecipata della politica, è stato Gasparin che, fin dal suo primo mandato, ha lavorato per gestire la casa di riposo in modo unitario. Il fatto che in cda sieda un rappresentante dell’opposizione è sinonimo di trasparenza e correttezza. Facile immaginare che la tradizione non verrà meno neppure nel nuovo cda che resterà in carica nei prossimi cinque anni.
È questa l’eredità che il cda presieduto da Gasparin lascia al suo successore. Si tratta di un’eredità pesante che, seguendo il buonsenso, non ammette ripensamenti. Il quartiere attende l’inaugurazione del nuovo ingresso e del muretto panca che consentirà di far entrare l’anima del borgo nella casa di riposo e viceversa. All’esterno sarà conservato anche il rifugio anti aereo realizzato durante il secondo conflitto mondiale. L’intero complesso è un gioiellino situato tra passato e futuro. Un passato raccontato al meglio da Liliana Cargnelutti ed Elena Commessatti nel volume “Siamo tutti dentro la vita. Dalla casa di ricovero a La Quiete di Udine 1847 2017” (Gaspari editori) realizzato dall’Asp per raccontare i 170 anni della struttura. Anche questo fa parte dell’eredità che dall’era Gasparin passerà al nuovo consiglio di amministrazione guidato, al 99 per cento, da Bertossi. La nomina è imminente. —
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