Dalle 10 mila calorie bruciate ogni giorno ai microsonni

Sono ormai 6 anni che non torno in Alaska e mi manca moltissimo. Vorrei tornarci nel 2012, ma non so se ce la farò, vorrei festeggiare in tutta tranquillità i miei primi 60 anni...». Parola di...

Sono ormai 6 anni che non torno in Alaska e mi manca moltissimo. Vorrei tornarci nel 2012, ma non so se ce la farò, vorrei festeggiare in tutta tranquillità i miei primi 60 anni...». Parola di Roberto Ghidoni, l’uomo di ghiaccio.

Contadino di montagna ma guerriero dell’estremo per vocazione, Ghidoni ha corso in vita sua una sola maratona, trovando invece nell’amore verso l’Alaska la sua ragion d’essere. «Volevo cimentarmi nell’Iditarod, una gara in cui l’importante non è vincere, ma sopravvivere. Quando la completi apprezzi di più la vita. Laggiù ho familiarizzato con gli indiani: quella corsa ha uno spirito pionieristico unico, ho capito cos’hanno provato gli europei quando hanno scoperto l’America».

Nella vita Ghidoni ha superato grandi dolori. «Per questo ho voluto rompere il cubo, cambiare tutto – ha ricordato –. Ho mollato l’università per fare l’agricoltore e quando ho potuto partecipare a questa corsa non ci ho pensato due volte. Ho accettato subito perchè mi sembrava giusto intraprendere questa avventura. Ho percorso la stessa gara la prima volta percorrendo 560 chilometri, le altre volte 1.800. Ho vinto 4 volte filate e nel 2002 mi sono aggiudicato entrambe le classifiche, quella della competizione “corta” e l’altra, compilata al termine della gara più lunga. Bevevo ogni 20 minuti e mangiavo ogni 40. Bruciavo 10 mila calorie al giorno, ogni notte dormivo 2 ore a microsonni da meno di mezz’ora. Poi tornavo in Italia e d’inverno giravo in maniche corte». (r.p.)

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