Danieli spiata, scattano perquisizioni e sequestri
Inchiesta dei carabinieri: blitz in due aziende lombarde e in Friuli nelle case di quattro ex dipendenti
Alcuni ex dipendenti del Gruppo Danieli di Buttrio avrebbero agito come spie industriali trasferendo sofisticati programmi e altri elaborati a due aziende lombarde tra loro collegate. Su quest’ipotesi ha cominciato a lavorare la Procura della Repubblica di Udine che, giorni fa, ha delegato ai carabinieri alcune perquisizioni, sia in abitazioni private, sia nelle sedi di queste ditte che hanno una succursale a Fagagna. Si tratta della Stb tecnosiderurgica bresciana di Calcinato (Brescia) e della Stg group spa di Gessate (Milano).
Secondo le primissime ipotesi investigative, lo spionaggio industriale – ossia la ricerca di informazioni tecniche ed economiche riservate – sarebbe stato reso possibile da alcune persone che, grazie a supporti informatici come cd-rom o “chiavette”, sarebbero riuscite a far uscire dallo stabilimento di Buttrio materiali che alla Danieli sono costati anni di lavoro. In particolare i militari dell’Arma hanno perquisito le industrie di Brescia e Milano, insieme allo studio progettuale di Fagagna. E si sono presentati anche a casa di quattro ex dipendenti (progettisti e periti): a Pasian di Prato (in due casi), a Povoletto e a Pozzuolo. Il loro obiettivo era trovare programmi matematici e informatici riguardanti la progettazione di complesse opere ingegneristiche. Com’è noto, infatti, la Danieli produce macchinari e impianti innovativi per l’industria siderurgica e per il settore dei metalli non ferrosi in tutto il mondo. L’affidabilità di quest’azienda si basa proprio su tecnologia, esperienza e “know-how”, che non è altro che il “saper fare” acquisito con l’esperienza. Infatti l’investimento in ricerca e sviluppo viene considerato dal gruppo industriale di Buttrio come presupposto per il mantenimento e consolidamento della posizione acquisita sul mercato mondiale.
Durante le perquisizioni, gli uomini del nucleo operativo hanno sequestrato circa settanta computer che, nei prossimi giorni, saranno analizzati dai consulenti nominati dal sostituto procuratore Maria Caterina Pace, il magistrato che segue la vicenda. Il compito dei periti sarà quello di ricercare nelle memorie visibili e occulte i documenti di proprietà della Danieli spa. L’inchiesta è partita da poco ed è in pieno svolgimento e, per questo motivo, le posizioni delle persone coinvolte non sono ancora state definite con chiarezza. Per il momento l’accusa è di ricettazione, visto che agli investigatori sono stati forniti elementi concreti in merito al possesso da parte dei perquisiti di materiale proveniente dai reati di furto aggravato o di introduzione abusiva in sistemi informatici tutelati da codici di riservatezza.
Infine, va rilevato che i documenti che si ricercano – e che riguardano la progettazione di sofisticate costruzioni meccaniche – valgono decine e decine di milioni di euro. E consentono alle aziende che ne sono in possesso di aggiudicarsi appalti da centinaia di milioni di euro e quindi di vitale importanza per qualsiasi impresa. Insomma, eventuali reati riconducibili al cosiddetto spionaggio industriale sono in grado di determinare rilevanti squilibri di mercato che, in questo caso, andrebbero ad incidere in maniera gravissima su una delle realtà imprenditoriali della nostra provincia.
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