Daspo, parla don Segat: «L’educazione vince»

fontanafredda. Tifosi, calciatori e genitori divisi tra “innocentisti” e “colpevolisti”: non si placa lo scontro sul caso del Daspo deciso dalla questura che ha sospeso l’allenatore Flavio Giust della squadra Esordienti 2007 Fontanafredda per un anno.

Vortice di polemiche dopo quell’espressione, «arbitro terrone», sibilato dalla panchina nelle orecchie di alcuni genitori nel match degli esordienti Sacilese-Fontanafredda. Il parroco di Camolli-Casut don Ezio Segat, dai quartieri della sua chiesa che sono affacciati su una strada tra i comuni Sacile e Fontanafredda, richiama tutti alla pace. «La buona educazione – valuta don Ezio – va bene dappertutto. In ogni luogo pubblico, dallo stadio alla scuola, in piazza e altrove. Come si dice: un piatto di buona cera lo gradisce anche il diavolo».

L’inferno può attendere, il campo di calcio no. «Il motto – aggiunge don Ezio – significa che il buon parlare e l’educazione sono graditi perfino a Belzebù. Essere educati sui campi di calcio e nello sport in generale è cosa gradita a tutti: genitori, calciatori, allenatori, tifosi».

«Non bisogna mai offendere il prossimo – aggiunge don Ezio –. Vicino alla chiesa di San Lorenzo a Cavolano c’e il campo sportivo dove le squadre si allenano: una scuola di calcio. La parola scuola è chiara: vuol dire educazione». In una chiesa bellunese il parroco ha tirato le orecchie dall’altare a tifosi, mister e genitori sulle battute a bordo campo. «In chiesa si prega – conclude don Ezio – ma l’educazione vale ovunque».

Intanto i legali del mister sospeso dalla sua panchina preparano il ricorso al Tar e i genitori a Fontanafredda rivogliono l’allenatore in campo. –

C.B.

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