De Anna a Ciriani: pronti a votare

Congresso Pdl, l’assessore regionale ricandida Tubaro «No alle divisioni, ma non abbiamo paura della conta»

di Stefano Polzot

«Non è il momento di divisioni, anzi è necessario essere propositivi e se una persona va valutata per i risultati Angioletto Tubaro va confermato alla guida del Pdl». E’ un appoggio senza condizioni quello che l’assessore regionale, Elio De Anna, dichiara nei confronti del coordinatore uscente del Pdl dopo che il presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, aveva espresso la necessità di un cambiamento alla guida del movimento. Domani, al Parco di Fontanafredda, si terrà la convention dei “lealisti” a Tubaro che si vuole caratterizzare proprio come una prova di forza nei confronti della componente Ciriani e anche dei fratelli Antonio e Giuseppe Pedicini che hanno costruito un asse con la componente ex An.

Ciriani sostiene che il momento richiede un cambio di facce: perché non condividerlo?

«Quando sono diventato presidente della Provincia nel ’99 con una coalizione tra Forza Italia, An e Ccd su 51 comuni solo 3 erano guidati da appartenenti alla maggioranza, tutti gli altri erano leghisti o del centro-sinistra. Dopo il commissariamento Brunetta, il partito è stato guidato da Tubaro che ora si vorrebbe mettere alla graticola. Ma se guardiamo ai risultati, con lui al timone del Pdl abbiamo confermato la Provincia e vinto a Sacile, Caneva, Roveredo, Cordenons, Maniago, Fanna, Cavasso, Tramonti di Sopra, Spilimbergo, Vivaro, Valvasone, Casarsa, Morsano, Fiume Veneto, Pasiano, Prata, Sacile, senza contare l’elezione di Tondo a presidente della Regione. Tubaro rappresenta il partito che vince».

Il congresso cade in un momento di difficoltà evidente: l’unità è essenziale?

«Il nostro popolo non capisce quello che sta accedendo a Roma, è disorientata. Se ci dividiamo perdiamo, se rimaniamo uniti lanciamo un messaggio forte di continuità, con la conferma del coordinatore».

Ma basta una fiducia sul nome, non ci vorrebbe un progetto?

«Il presidente Tondo annunciando un referendum sul mantenimento o meno della Provincia ha lanciato una sfida. Mi ritengo un pordenonese di lingua friulana, favorevole a ragionamenti culturali sul Friuli storico, ma non ad aggregazioni politiche che mettano in discussione la conquista dell’autonomia avvenuta nel 1968. Proprio contando sulla specialità regionale, possiamo rilanciare l’autonomia, la cui alternativa è finire risucchiati nel vortice della grande provincia udinese».

E dal punto di vista politico interno al Pdl?

«Siamo rappresentati a Trieste da un vice presidente e un assessore con deleghe importanti. Tondo si ricandiderà nel 2013 e Pordenone in questo progetto potrà svolgere un ruolo determinante anche perché la sua compattezza non è nemmeno confrontabile con quanto successo a Trieste dove hanno perso il Comune».

E se l’unità non venisse raggiunta?

«Le candidature non si decidono nel coordinamento provinciale, vengono proposte dalla base. Se del caso siamo pronti al confronto e vincerà il migliore».

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