De Eccher: la situazione dell’edilizia è drammatica
UDINE. La struttura patrimoniale e l’organizzazione produttiva fanno della Rizzani de Eccher un’eccezione positiva nel settore delle costruzioni. Ma è lo stesso presidente, Marco de Eccher, a parlare di situazione drammatica. «Nel giro di un anno il comparto sarà completamente stravolto».
Presidente ci fa il punto sul vostro settore?
La situazione, in Italia, è drammatica. Oltre cento imprese di costruzioni – cinquanta di dimensioni medio-grandi – hanno avviato procedure concorsuali o, quantomeno, sospeso l’esecutività delle azioni da parte dei terzi creditori presentando richiesta del così detto “concordato in bianco”. Il volume degli appalti pubblici ha avuto un crollo verticale ed il settore immobiliare, salvo rarissime eccezioni, è completamente fermo. Se non intervengono drastici cambiamenti, che non so nemmeno immaginare, nei prossimi 12-18 mesi assisteremo alla scomparsa di una parte importante della classe imprenditoriale del nostro settore.
La Rizzani de Eccher come riesce a uscire vincente da questa situazione?
Grazie all’organizzazione produttiva e alla struttura patrimoniale del gruppo: manteniamo un profilo di solidità e capacità di adattamento convincenti. Fattori che ci permettono anche di essere competitivi all’estero.
Quali responsabilità ha la politica in tutto questo e perchè non riesce a invertire questo trend? Possibile che l’unica alternativa siano le tasse?
Con patti di stabilità e politica (anche comunitaria) di contrazione della spesa, l’Italia è in una fase paragonabile a quella di un’azienda in liquidazione, non certamente di sviluppo e di crescita. In tale contesto pensare che l’economia possa riprendere è del tutto irrealistico.
Cosa pensa delle esternazioni dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne («è impossibile fare industria in Italia»).
Definire l’atteggiamento di Marchionne “aggressivo” è poco. Certo, che fare impresa in Italia è ogni giorno più difficile.
La Regione Fvg come potrebbe aiutare le imprese: come potrebbe fare pesare la propria Specialità?
Purtroppo anche la Regione, seppur con qualche vantaggio derivante dalla Specialità, si confronta con le limitate risorse a disposizione e con i vincoli di bilancio. L’investimento in infrastrutture, a mio avviso, è una delle cose su cui puntare sia per cercare di imprimere una ripresa dell'economia nella fase di realizzazione sia per colmare il gap infrastrutturale che abbiamo.
Si potrebbero anche rendere più efficaci gli strumenti e le società controllate (Friulia, Frie, Mediocredito...)...
Semplificare e razionalizzare evitando sovrapposizioni e sovrastrutture, ma soprattutto facendo “sistema”.
La sua società è impegnata nella realizzazione della Terza corsia in A4: che idea si è fatto?
L’azione intrapresa dal nuovo Governatore ci fa ben sperare. L’inserimento dell’opera nel decreto "del Fare" è un fatto molto importante. Si tratta di una infrastruttura determinante per la nostra regione, ma importante a livello nazionale: il solo fatto che ciò sia oggi riconosciuto a livello centrale cambia completamente la prospettiva.
A proposito dei lavori in A4, sul vostro bilancio è scritto che vi siete prefinanziati: perchè?
Il bando di gara per l’affidamento di lavori del maxi-lotto della A4 con la formula del contraente generale (dove il contractor non si limita all’esecuzione delle opere, ma si occupa anche di espropri, progettazione, direzione lavori ecc.) prevedeva che l’offerente potesse offrire (e di ciò si sarebbe tenuto conto nella formulazione dei punteggi per l’aggiudicazione) un prefinanziamento dell’opera nella fase realizzativa, finanziamento che sarebbe stato rimborsato a collaudo dell’opera. La nostra proposta è stata di prefinanziare 106 milioni di euro.
Le territoriali di Confindustria Fvg puntano alla fusione. Condivide questa scelta?
Certamente l’unione può rafforzare... se si è, poi, capaci di essere, nei fatti, uniti.
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