Del Piero frena Sparkasse: «Vuole mettere da parte l’azionariato per fare business, soci di CiviBank freddi sull’adesione all’Opa»

La presidente dell’istituto friulano: «Ad oggi solo il 3% ha dato l’ok, viene proposto loro di vendere in perdita»

Michela Del Piero, presidente dell'istituto friulano
Michela Del Piero, presidente dell'istituto friulano

CIVIDALE. «La risposta della base associativa di CiviBank è molto distante da quanto si percepisce ascoltando la comunicazione martellante di Sparkasse».

Una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni quella rilasciata da Michela Del Piero, presidente dell’istituto bancario friulano. «Ad oggi solo il 3% dei soci storici ha dato la sua adesione all’Opa, il restante 97% rimane freddo rispetto alle lusinghe del gruppo altoatesino, la cui partecipazione è numericamente sostenuta perlopiù dalla quota propria di azioni, circa il 17%, e dalle preadesioni dei soci istituzionali, circa il 21%».

La perplessità dei soci di CiviBank, prosegue Del Piero, «è del tutto comprensibile per una serie di motivi molto evidenti. Innanzitutto CiviBank gode di ottima salute, non corre il rischio di essere “asfaltata” da nessuno. Non a caso, Sparkasse è interessata alla nostra realtà esattamente perché siamo una banca solida, con indici patrimoniali superiori a quelli di Sparkasse stessa, e con ottime prospettive di crescita nel futuro. Per questo non è corretto dare per inevitabile una perdita di valore delle azioni CiviBank nel futuro: se la prospettiva è di crescita, è lecito immaginare che anche l’azione cresca di valore».

Per Del Piero, inoltre, «vendere ora al valore proposto da Sparkasse comporterebbe una minusvalenza per la maggior parte dei soci, in particolare quelli di vecchia data. In secondo luogo se anche il teorema Sparkasse fosse corretto, ossia che la loro entrata come controllante di CiviBank porterebbe più efficienza ed economie di scala, anche in questo caso le azioni potrebbero guadagnare valore nei prossimi anni e dunque vendere oggi sarebbe un errore».

Per il presidente dell’istituto friulano, infine, «Quello che Sparkasse propone effettivamente ai soci è di vendere in perdita, facendosi da parte. Vendere oggi, infatti, significa non far più parte dell’azionariato e tantomeno del futuro progetto Sparkasse che, da parte sua, si troverebbe invece a incassare subito 180 milioni di euro, corrispondenti alla differenza tra il prezzo offerto e il valore contabile del patrimonio. Non è un’operazione fatta per il bene del territorio e non è un’operazione che difende l’idea di banca che abbiamo noi di CiviBank. Sono sicura che i nostri soci lo abbiano capito fin troppo bene: i loro sacrifici e la loro pazienza andrebbero tutti a favore di Sparkasse, insieme ad eventuali dividendi futuri».

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