Delitto Sacher, le due minorenni accusate di omicidio volontario

Notificata dagli uomini della squadra mobile l’ordinanza del Gip del Tribunale dei minori

UDINE. Omicidio volontario aggravato. Questa l'accusa contestata nei confronti delle due ragazzine, oggi sedicenni, che il 7 aprile scorso avrebbero ucciso l'ex ferroviere di 67 anni Mirco Sacher in una stradina di campagna nei pressi di Via Buttrio nell'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minorenni di Trieste Laura Raddino, notificata in queste ore. Per la pubblica accusa avrebbero agito per scopo di rapina o furto, impossessandosi della tessera bancomat, del portafogli e dell'auto del pensionato e cercando di assicurarsi l'impunità. Fondamentale e delineare il quadro indiziario nell'ambito delle indagini condotte del personale della Squadra mobile della Questura di Udine, diretta da Massimiliano Ortolan, l'esito della consulenza medico-legale resa dal professor Carlo Moreschi oltre che le indagini documentali.

La morte di Mirco Sacher, stando agli esiti dell'esame autoptico, pare riconducibile unicamente alla condotta delle due indagate che avrebbero stretto il collo dell'uomo alternandosi fino a quando smise di respirare salendogli sopra, una sul torace l'altra sulla pancia, immobilizzandogli le braccia e trascinandone poi il corpo.

Non sarebbe bastata a convincere il giudice la versione delle due ragazzine che hanno riferito di aver agito per legittima difesa di fronte a un tentativo di violenza sessuale da parte dell'anziano. Non solo infatti, si trovavano in un luogo aperto dove le vie di fuga non mancavano, e dove più di un passante le avrebbe notate, quindi avrebbero potuto chiedere aiuto, ma avrebbero avuto la forza necessaria per respingere l'attacco di un uomo anziano che aveva bevuto e che era impacciato nei movimenti visto che aveva i pantaloni semiabbassati.

Vista la gravità del fatto e la sussistenza delle esigenze cautelari, il giudice si è espresso negativamente sull'ipotesi di concessione del perdono giudiziale e della sospensione condizionale della pena confermando la misura cautelare richiesta del Pubblico ministero del collocamento in comunità per quattro mesi dall'inizio dell'esecuzione.

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