Delitto Sacher, processo al via forse a settembre
UDINE. Potrebbe approdare in primo grado già a settembre il processo a carico delle due sedicenni udinesi accusate di omicidio volontario per la morte dell’ex ferroviere Mirco Sacher. È ormai probabile che il pubblico ministero chieda il giudizio abbreviato, rito che può essere disposto dal gip quando ritenga che la persona sottoposta alle indagini sia stata interrogata sui fatti dai quali emerge l’evidenza della prova. In questo caso non sarà necessario passare attraverso l’avviso di conclusione delle indagini e pure l’udienza preliminare verrà di fatto saltata.
Circostanza che dovrebbe permettere di accorciare di circa un semestre i tempi per l’avvio del processo, che potrebbe dunque approdare in aula già da settembre. In questo caso è estremamente probabile che per le due ragazzine, sottoposte a custodia in una struttura protetta fino all’8 agosto, si profili il mantenimento della misura cautelare.
Una circostanza che garantisce una certa protezione nei confronti delle due minori che si apprestano ad affrontare un processo difficile nell’ambito del quale, se si arrivasse a un verdetto di colpevolezza, nell’ipotesi più grave, ovvero nel caso venisse riconosciuta anche l’aggravante, rischierebbero una condanna pesante.
Per le difese, orientate a non chiedere il rito alternativo, questo «è un processo che si farà esclusivamente sul territorio della medicina legale – osserva l’avvocato Federica Tosel che con Luigi Francesco Rossi difende una delle due ragazzine – nel momento in cui la Procura ipotizza un omicidio volontario e lo fa sulla base della consulenza medico legale è di questa che dovremo discutere, molte però sono anche le valutazioni che dovranno essere fatte sul piano della vittimologia e sul profilo di Mirco Sacher».
Sul fronte delle indagini, gli uomini della Squadra mobile della questura di Udine diretti dal vicequestore Massimiliano Ortolan hanno praticamente ultimato gli accertamenti tanto che nei giorni scorsi è stato disposto il dissequestro della Fiat Punto del’ex ferroviere e dell’appartamento nella palazzina di via Strassoldo dove l’anziano abitava.
Il 30 aprile scorso gli agenti della polizia scientifica di Padova hanno utilizzato il “crimescope” alla ricerca di tracce di sangue, liquido seminale, saliva, sudore e impronte papillari repertando una decina di campioni che devono essere ancora analizzati. Intanto, entro la fine del mese, si attende l’arrivo degli esiti delle analisi del Dna effettuati dagli uomini del Servizio di polizia scientifica di Roma sui campioni prelevati nel corso di un sopralluogo all’interno dell’appartamento.
Dall’esame dei campioni si attendono informazioni che potrebbero aiutare a comprendere se le tracce biologiche trovate in auto, nell’appartamento e su alcuni abiti, appartengano all’anziano, a una delle due ragazzine o se invece siano miste, circostanza che potrebbe fornire indicazioni significative sulla natura dei rapporti fra l’uomo e le minori. A questo riguardo è lecito pensare che, nell’ambito del procedimento, avranno un discreto peso i dati emersi dalle analisi condotte dalla polizia postale sui cellulari sequestrati, principalmente quello di Sacher dal quale sarebbero partiti messaggi a sfondo sessuale diretti alle due ragazzine.
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