Demenza senile, un aiuto alle famiglie anche a casa

Dare un supporto concreto alle famiglie che assistono un parente afflitto da demenza da un lato, dar vita a vere e proprie “comunità amiche” dall’altro. Sono i due punti cardine del progetto “La comunità per il sostegno alla fragilità, al declino cognitivo e al lavoro di cura”, promosso da Codess Fvg cooperativa sociale onlus in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine e il Servizio Sociale dei Comuni dell’Uti del Friuli Centrale con il sostegno della Fondazione Friuli. Un’iniziativa che, dopo aver mosso i primi passi a Pradamano e Pozzuolo del Friuli, ora sarà estesa anche a Udine. Saranno promossi dei gruppi di auto-mutuo-aiuto per i familiari per alleviarne i carichi di cura e l’isolamento in cui spesso devono operare. Gruppi definiti “Abc” per il ruolo terapeutico che assume l’uso della parola, con incontri basati sull’approccio Capacitante® e sul metodo dei “Dodici Passi”.
Non solo. Ci si rivolgerà direttamente ai cittadini, con un calendario di incontri per costruire vere e proprie comunità “amiche delle demenze”, in cui accogliere le persone con queste patologie e farle partecipare di nuovo alla vita sociale. L’esempio a cui ci si ispira, oltre a quello anglosassone, è quello di Abbiategrasso, nel milanese. Queste le prime date degli incontri: Pozzuolo 11 dicembre alle 16 (biblioteca civica); Pradamano 12 dicembre alle 16 (sala Polifunzionale).
Il progetto è stato presentato ieri nella sede della Fondazione Friuli dal presidente Giuseppe Morandini, dal direttore del Distretto sanitario di Udine Luigi Canciani, dal responsabile del progetto “Città sane” dell’Oms per il Comune di Udine Stefania Pascut, e dalla vicepresidente di Codess Fvg, Giulia Bigot.
«Le demenze costituiscono un’emergenza sanitaria destinata ad aggravarsi ulteriormente con il crescere dell’età media – chiarisce Bigot –. Emergenza che ricade in gran parte su familiari e caregiver (circa 3 milioni nel nostro Paese), i quali, scontando l’integrazione ancora debole fra i servizi e la mancanza di una rete di comunità, finiscono per sostenere un impegno gravoso sotto ogni punto di vista: emotivo, fisico, economico. In questo contesto si inserisce il nostro progetto». Una collaborazione pubblico-privata accolta con favore dal direttore Canciani, che ha evidenziato il valore della relazione come cura: «Da soli non si va da nessuna parte e un progetto di questo tipo è pensato proprio per fare rete e per superare la solitudine in cui, spesso, si ritrovano le famiglie». Morandini ha elogiato l’iniziativa di Codess Fvg, che meglio di altri è riuscita a interpretare il “Bando Welfare 2018” della Fondazione. –
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