Demolito uno sperone roccioso sul rio Manarin, c’è un’indagine
FANNA. Ci sono indagini in corso per capire chi abbia ordinato la demolizione del “Pocion”, uno storico salto naturale di roccia lungo il rio Manarin, nel territorio di Fanna. La polizia municipale di Maniago ha già sentito varie persone informate sui fatti. Il fascicolo della Procura della repubblica ipotizza il reato di deturpamento di bellezze naturali, ma potrebbe addirittura aggravarsi se venisse confermata la tesi dei firmatari di una serie di esposti: il rio in questione non ha mai creato alcun problema di dissesto che potesse giustificare l’abbattimento della cascatella.
Anzi. Da quando lo zoccolo di roccia è stato asportato l’acqua scende a fondovalle con maggiore impetuosità, andando a scaricarsi con maggiore foga sulle sponde. I lavori sono stati eseguiti all’improvviso una mattina di dicembre.
Il vicesindaco di Fanna, Patrizio Andreetta, ha “incolpato” la Protezione civile. «Dopo incontri con i rappresentanti regionali è stato appurato che l’impresa appaltatrice è la Petrucco di Fanna e che l’intervento si è reso necessario in seguito all’alluvione del novembre 2012», ha scritto Andreetta.
Un mese prima, interpellato sull’argomento dal consigliere Claudio Mongiat, il primo cittadino Demis Bottecchia aveva negato che «agli atti comunali esistano documenti o progetti relativi a tale lavoro». Di qui la petizione tra gli abitanti di borgo Mieli, arrivata sulla scrivania di carabinieri, polizia locale e magistratura. Non è escluso che venga disposta una perizia per stabilire il perché di una discesa in campo così invasiva di ruspe e camion. A memoria d’uomo non risultano fenomeni di instabilità idrogeologica in questo sito.
«E’ uno scempio medievale – ha tuonato Mongiat –. Noi non ci fermeremo e vogliamo sapere chi è il responsabile della distruzione del “Pocion”. Il fatto che l’amministrazione municipale sia stata avvisata dai cittadini a cantiere già avviato non merita commenti: è una circostanza che dovrà essere chiarita, visti i lavori di manutenzione di un ponte su ordine del Comune a pochi metri dall’antico salto di roccia».
L’episodio ha alcuni aspetti singolari: a dicembre, quasi all’alba, gli abitanti della zona sono stati svegliati da un rumore continuo. Avvicinatisi al rio, i residenti si sono imbattuti in una pala meccanica intenta a spaccare in mille pezzi la cascata. L’operatore del macchinario ha risposto di essere stato inviato sul posto dai propri capi, non specificando altro. Il tempo di allertare le forze dell’ordine e il “Pocion” era già sparito sotto il peso della benna della ruspa. Di qui la raccolta di firme e la segnalazione alla magistratura.
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