Denunce di mobbing negli uffici e in azienda: a Udine un caso ogni due giorni
I dati del Punto di ascolto di Educaforum, che nel 2024 ha ricevuto il 22% in più delle segnalazioni. Si tratta soprattutto di lavoratori del settore privato e di donne con più di 51 anni

Molestie sul lavoro in aumento anche in provincia di Udine, dove i dati parlano di un incremento importante, pari al 22 per cento nel 2024. Le molestie e vessazioni più frequenti includono umiliazioni e critiche, eccesso di controllo sul lavoro, attribuzione di compiti esorbitanti e altre criticità come l’aggressività verbale. Il Punto di ascolto antimobbing di Udine, presente in Comune con il coordinamento dell’associazione Educaforum, ha registrato, nel 2024, un significativo aumento di richieste.
Lo scorso anno, sono state 209, 155 persone donne e 54 uomini, le persone che si sono rivolte al Punto di ascolto, con un aumento del 22% rispetto al 2023, quando gli utenti erano stati 171. La maggioranza dei lavoratori proviene dal settore privato, il 67 per cento del totale. È questa la fotografia presentata a palazzo d’Aronco, nella mattinata di lunedì 11 febbraio, dal Punto di ascolto con il coordinamento dell’associazione Educaforum. «La prima cosa che emerge – ha chiarito l’avvocato Teresa Dennetta, coordinatrice del servizio – è che c’è un aumento delle richieste di aiuto e questo è frutto anche del lavoro di rete che coinvolge anche i medici di base, i quali raccolgono le istanze di persone che prima non sapevano come e da chi farsi aiutare».
L’aumento dei casi registrato nel 2024 si inserisce in un trend di crescita già osservato negli anni precedenti, con un incremento del 13% registrato nel 2023 rispetto al 2022. Tra gli utenti, 155 sono donne e 54 uomini. Si osserva un aumento dei lavoratori provenienti dal pubblico impiego, anche se la maggioranza dell’utenza proviene dal settore privato, che rappresenta il 67% del totale, in crescita rispetto al 66% del 2023. Le donne costituiscono il 74% dell’utenza totale, una percentuale in aumento rispetto al 69% del 2023.
Particolarmente colpite risultano le lavoratrici nella fascia d’età tra i 31 e i 50 anni. Si registra un incremento delle vessazioni tra le donne di età compresa tra i 31 e i 40 anni (dal 67% al 75%), tra i 41 e i 50 anni (dal 70% al 71%) e sopra i 51 anni (dal 73% al 76%). Le donne sopra i 51 anni rappresentano oltre i due terzi degli utenti in quella fascia d’età e il 50% degli utenti totali.
L’analisi delle segnalazioni evidenzia un aumento delle vessazioni legate all’eccesso di controllo sul lavoro (10%) e all’attribuzione di compiti eccessivi, principalmente da parte di superiori gerarchici. Le principali cause di disagio segnalate includono assenze, congedi e permessi (dal 8% al 15%), richieste di straordinari e carichi di lavoro eccessivi (dal 11% al 17%) e infortuni o malattie correlate al contesto lavorativo (dal 2% al 5%). Si registra anche un aumento dei contratti a tempo determinato, passati dall’8% al 10%.
Le molestie e vessazioni più frequenti includono umiliazioni e critiche, eccesso di controllo sul lavoro, attribuzione di compiti esorbitanti e altre criticità come l’aggressività verbale. È inoltre emerso che il 60% dei mobber sono uomini, con un aumento rispetto al 58% del 2023. La maggior parte delle vessazioni proviene da superiori o titolari, nel 78% dei casi, ma è in crescita anche il numero di mobber tra i colleghi parigrado, dal 12% al 18%. Si registra un incremento delle segnalazioni di violazioni di diritti, passate dal 45% al 56%, e delle discriminazioni di genere, passate dal 3% al 7%.
Il servizio, promosso dalla Regione, è garantito da professionisti esperti nel settore: la psicologa psicoterapeuta Gabriella Salanitro, il medico del lavoro Andrea Campanile e l’avvocato giuslavorista e coordinatrice del servizio Teresa Dennetta. Gli utenti possono accedere al servizio in presenza, telefonicamente o tramite piattaforme digitali come Skype e WhatsApp, anche in conferenza con il sindacato, garantendo anonimato e riservatezza.
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