Dichiarata fallita la Caffi srl marchio della biancheria

codroipo
Erano sbarcati a Codroipo esattamente vent’anni fa e, passo dopo passo, erano riusciti a imporsi nel settore tessile della biancheria per la casa, diventando un marchio sempre più apprezzato e in vista. Un marchio con una storia tutta friulana, che i proprietari Irene Revelant e Adelmo Bortolossi avevano cominciato negli anni Ottanta dal Manzanese, rilanciato con il trasferimento nei nuovi capannoni di Lauzacco, Gonars e, appunto, Codroipo, e raddoppiato qualche anno fa con la linea dedicata anche al giardino.
Della “Caffi group srl” di Pavia di Udine, da qualche giorno, non resta che il ricordo. Esaminato il fascicolo relativo allo stato di crisi in cui l’azienda aveva finito per trovarsi negli ultimi tempi, il tribunale di Udine ne ha dichiarato il fallimento.
Erano stati la Procura di Udine e due dipendenti, entrambi a casa dal 2019 e assistiti dall’avvocato Carlo Chielli, a presentare al tribunale istanza di fallimento. A monte della richiesta della magistratura inquirente, la rituale segnalazione del giudice dell’esecuzione immobiliare che una banca creditrice aveva promosso nei confronti della Caffi.
E, a seguire, il tentativo dell’azienda, che nel procedimento è stata assistita dagli avvocati Lanfranco Sette e Nicola Caruso, di superare la crisi con un piano che le permettesse di vendere i propri beni immobili e incamerare importi sufficienti a saldare i debiti e ripartire con nuova lena. Attraverso un concordato preventivo, insomma, che però è sfumato a causa della mancata realizzazione di quanto sperato.
Il tribunale fallimentare, presieduto da Francesco Venier, ha nominato Gianmarco Calienno giudice delegato e Luisa Pradolini curatore della procedura. L’esame dello stato passivo avverrà nell’udienza del prossimo 4 maggio. Ai creditori e ai terzi che vantino diritti reali e mobiliari su cose in possesso della società è stato assegnato il termine di trenta giorni prima dell’adunanza per la presentazione delle relative domande di insinuazione. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto