Difesa ambientale del territorio collinare, consegnate 14 mila firme contro la Cimpello-Gemona
Recapitata a Trieste la petizione: tutelare le prerogative ambientali, paesaggistiche e culturali è una condizione non sindacabile. Il presidente del consiglio regionale Bordin: «La questione sarà discussa in IV Commissione». Si va verso un’ipotesi progettuale condivisa, sindaci soddisfatti
La difesa del territorio collinare e delle sue prerogative ambientali, paesaggistiche e culturali era la loro condizione non sindacabile. Amministratori comunali e componenti del Comitato per la Tutela della strada Quattro venti e delle Colline Moreniche l’hanno sostanziata nella petizione firmata da 14.462 persone che lunedì 3 febbraio hanno consegnato al presidente del consiglio regionale Mauro Bordin.
Un documento che attesta la contrarietà a ogni ipotesi di collegamento stradale Cimpello-Sequals-Gemona che impatti sul territorio del Friuli collinare, con la richiesta all’amministrazione regionale di valutare altre soluzioni per affrontare i temi della viabilità in una prospettiva di sostenibilità ambientale e sociale, partendo anche dalla riduzioni delle emissioni climalteranti e del consumo di suolo.
Il documento sintetizza le criticità individuate nel “tracciato B Alternativa Quattro venti”. Una delle opzioni individuate dallo studio di fattibilità presentato nei mesi scorsi dall’assessore regionale a Infrastrutture e territorio, Cristina Amirante. «Chi ha il compito di prendere le decisioni – ha esordito il presidente Bordin – deve fare una valutazione tenendo conto, da un lato, delle esigenze infrastrutturali del territorio e, dall’altro, di quelle che riguardano la salvaguardia e la tutela dello stesso, cercando di trovare una soluzione bilanciata».
Bordin ha così ringraziato i promotori della petizione per l’impegno profuso garantendo «la massima attenzione da parte del Consiglio regionale e dall’assessore Amirante sulla questione che sarà discussa e approfondita prossimamente in IV Commissione».
Tra la folta delegazione che ha consegnato la petizione, il sindaco di Fagagna, Daniele Chiarvesio e la vice Anna Zannier, il sindaco di Moruzzo, Roberto Pirrò, la ex sindaca Albina Montagnese e il presidente dell’associazione Quattro Venti, Maurizio Bosa e il vice Gonano, che hanno sottolineato «la straordinaria partecipazione e presa di posizione popolare alla causa», auspicando che «qualsiasi intervento la Regione voglia portare a termine a riguardo passi per un percorso condiviso».
Pirrò ha evidenziato come si sia trattato di «una battaglia trasversale che non ha colori politici e che ha accomunato persone diverse legate da un unico obiettivo. Con la petizione – ha aggiunto – abbiamo cercato di portate in maniera civile e collaborativa le istanze della gente in Regione, auspichiamo anche che vi sia una crescente attenzione al trasporto merci su rotaia a scapito di quello su gomma».
Soddisfatto il sindaco Chiarvesio dell’esito dell’incontro: «Abbiamo ribadito la nostra attenzione al territorio, non solo comunale, e alla sua salvaguardia».
Numerosi i consiglieri regionali presenti all’incontro. A Partire dalla dem Manuela Celotti. «Se il traffico pesante che non utilizza le autostrade regionali cerca la via più breve per coprire le distanze – il suo commento –, non è proponendo un percorso più lungo che si risolverà il problema. L’ipotesi di tracciato sulla strada dei Quattro venti pare essere stata accantonata, rimangono dubbi anche sulle ipotesi alternative, una delle quali potrebbe coinvolgere i Comuni di Dignano, San Daniele del Friuli, Majano e Osoppo, intercettando la Regionale 463. Ma se si può concordare sulla necessità di migliorare questa viabilità anche solo per rispondere all’attuale carico di traffico, resta la preoccupazione che gli interventi possano far aumentare i passaggi dei mezzi che cercano percorsi alternativi rispetto a quelli autostradali».
«La straordinaria e tempestiva mobilitazione per impedire il collegamento Cimpello-Sequals-Gemona nell’area collinare dimostra la grande sensibilità delle comunità a difesa del territorio contro il rischio di una sua possibile devastazione. Si tratta di un principio importante di cui la giunta Fedriga deve tener conto – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica Fvg Massimo Moretuzzo –. Allo stato attuale, di certezze non ce ne sono, tranne che la volontà dell’amministrazione regionale rimane quella di trovare un ulteriore tracciato da imporre a qualche altro territorio».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto