Dignano, sulla variante continua il tiro alla fune
SPILIMBERGO. Variante di Dignano: per la Regione, è un’opera necessaria e improrogabile e altrettanto per il piccolo Comune al confine con Spilimbergo.
Di diverso avviso le associazioni ambientaliste, che per bloccarla sul nascere si sono attivate nella sottoscrizione di una petizione che ha raccolto oltre 5.300 firme, consegnate al presidente del consiglio regionale Franco Iacop senza per altro ottenere l’effetto sperato.
Sotto i riflettori, ancora una volta, finisce il progetto discusso - e per molti discutibile - della variante che la Regione intende realizzare a sud dell’abitato di Dignano.
Tra domani e venerdì, il progetto sarà al centro di due incontri pubblici di tenore diametralmente opposto, ospitati nella sede del municipio del comune rivierasco. E gli spilimberghesi non staranno certo a guardare, dato che anche nella città del mosaico l’opera conta favorevoli e contrari.
Si comincia alle 20 di domani con l’appuntamento organizzato dal Comune di Dignano: una conferenza cui parteciperanno i tecnici di Fvg strade e i funzionari della Regione, che illustreranno alla popolazione il progetto definitivo messo in gara e le successive fasi che porteranno alla realizzazione dell’opera, fortemente sostenuta dall’amministrazione comunale, e in particolare dalla precedente giunta guidata dall’attuale vicesindaco Giambattista Turridano, fra i primi a individuare nella variante un’opportunità concreta per sgravare dal traffico il centro di Dignano.
Non a caso, prima del cambio alla guida del Comune, proprio Turridano si era attivato in prima persona in una sorte di contro-petizione “pro Variante” che aveva raccolto un migliaio di firme.
Di contenuto ben diverso l’incontro in programma venerdì, stavolta alle 20.30, organizzato dai comitati Assieme per il Tagliamento, Uniti per l’ambiente e da Legambiente, contrari all’opera, che possono fare leva anche sul sostegno del gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle e del deputato di Sinistra ecologia e libertà (Sel), Serena Pellegrino, particolarmente critica nei confronti dell’infrastruttura.
In particolare, gli oppositori si rifanno a una serie di nuovi studi commissionati a Giovanni Campeol, docente di valutazione ambientale strategica e di incidenza all’università Iuav di Venezia, e a Piero Zangheri, geologo, docente all’università di Padova. Studi finalizzati a mettere nuovamente in discussione l’opportunità dell’opera, evidenziandone l’inadeguatezza rispetto agli aspetti naturalistici e agli impatti sulle dinamiche idrauliche del fiume Tagliamento, che questa potrebbe avere.
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