Dimenticano una garza durante un'operazione, paziente costretta a operarsi di nuovo: risarcimento da 20 mila euro

La donna, operata di nuovo, riceverà 20 mila euro. Chiamata errata per un esame: pagati 50 euro per il viaggio a vuoto

PORDENONE. Una garza “dimenticata” nella paziente vale 20 mila euro di risarcimento. La data di un esame comunicata sbagliata, 50 euro. Ma se durante la permanenza in ospedale un paziente perde una protesi dentaria, beh, la filosofia è che occorrerebbe stare solo più attenti alle proprie cose. Sono sei le controversie che l’Azienda sanitaria Friuli occidentale ha esaminato questa settimana: per tre ha autorizzato la definizione risarcitoria, altrettante intende respingerle.

Era il 2016 quando una donna chiedeva un risarcimento di 20 mila euro: durante un intervento di colpoisterectomia e annessiectomia gli era stata dimenticata una garza in sede chirurgica tanto che aveva dovuto subire una seconda operazione di rimozione con conseguente sutura della vescica. La direzione generale ha ritenuto di aderire alla proposta di definzione del sinistro.

All’inizio del 2020 un paziente aveva invece chiesto il risarcimento danni subiti a seguito di un intervento nella chirurgia della mano e microchirurgia dell’ospedale di Pordenone. Su proposta del legale dell’uomo, l’Azienda sanitaria corrisponderà un risarcimento di 3 mila 100 euro di cui 800 per onorari a patto che sia ritirata la querela penale nei confronti del sanitario che ebbe in cura il paziente.

Una donna, invece, lo scorso autunno aveva ricevuto errate informazioni sulla prenotazione di un esame e si era recata inutilmente a Pordenone: riceverà un risarcimento danni pari a 50 euro.

Sono tre, invece, i procedimenti per i quali l’Asfo ha deciso di opporsi. Il caso più curioso accadde lo scorso aprile quando la delegata di un paziente ha chiesto il risarcimento dei danni patiti a causa dello smarrimento «della protesi dentaria mobile» dell’uomo. L’avvocato dell’Asfo e di conseguenza la direzione hanno deciso di respingere la pretesa.

Respinta, inoltre, la richiesta di una paziente che la scorsa primavera, a seguito del trattamento di carcinoma alla mammella e successivo intervento chirurgico, aveva subito l’insorgenza di una infezione «da attribuirsi a responsabilità medica» che aveva comportato l’esecuzione di un secondo intervento chirurgico. A seguito delle perizie eseguite, l’Asfo ha ritenuto di rigettare la richiesta.

Infine, un uomo ricoverato in cardiologia nel 2018 ha chiesto un risarcimento perché sarebbe stato colpito al volto da un pugno sferrato dal paziente accanto al suo letto e da quel momento la situazione clinica sarebbe peggiorata sino al decesso. L’Azienda sanitaria ha deciso di rigettare la richiesta di risarcimento dei danni.

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