Dimezzata la pattuglia di uscenti

Tra cambi di casacca e passi indietro su 19 eletti nel 2013 in nove restano fuori
16/11/2010 Roma, un caffè con l'onorevole, nella foto Alessandro Maran
16/11/2010 Roma, un caffè con l'onorevole, nella foto Alessandro Maran

UDINE. Una squadra dimezzata, con nove onorevoli uscenti (su 19) scaricati dai partiti o che hanno salutato preferndo non sottoporsi al tritatutto dei leader. Al netto delle conferme illustri, la prossima pattuglia di parlamentari regionali sarà in buona parte rinnovata.

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Lo piscodramma consumato all’interno del Pd lascia a casa la deputata udinese Gianna Malisani e la collega Tamara Blazina (minoranza slovena) mentre i senatori Alessandro Maran (goriziano) e Francesco Russo (triestino) hanno fatto un passo indietro prima dello show finale al Nazareno. Malisani e Russo si accontentano di cinque anni a Roma, mentre Maran ha maturato un’esperienza lunga quattro legislature, tra Camera e Senato, e Blazina due (in Parlamento dal 2008).

Eletto tra le fila del Pdl, poi ritrasformatosi in Forza Italia, il “visitor” del 2013 catapultato dal Piemonte al Friuli, Bernabò Bocca, resta escluso dall’esercito dei berluscones che cinque anni fa aveva portato in Parlamento lui e Sandra Savino (riconfermata).

Dopo un giro a palazzo Madama, l’elezione tra i dem e il passaggio tra i bersaniani di Mdp (Liberi e Uguali alle Politiche), il pordenonese Lodovico Sonego salta, per scelta, la corsa del 4 marzo. Era una mini-pattuglia quella uscita dalle urne nel 2013 per il Movimento 5 stelle, piccola squadra composta da tre onorevoli – due deputati e un senatore – che si è dissolta nel giro di pochi anni.

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Enzo Marsilio (Consigliere regionale) e Debora Serracchiani (Presidente Friuli Venezia Giulia). (Tolmezzo 10/05/13)

Perché i deputati Aris Prodani e Walter Rizzetto e il senatore Lorenzo Battista hanno tutti cambiato casacca e solo uno ha ritrovato conferma. Prodani è partito con Grillo e poi, all’interno del gruppo Misto, ha vestito la maglia di Alternativa libera-Possibile, prima di lasciare la politica, per ora. Il senatore uscente Battista, invece, è stato nel 2014 uno dei primi “epurati” dai Grillo.

Dopo l’addio pentastellato si è iscritto a Per le Autonomie-Psi-Maie e poi ha traslocato tra i bersaniani, con Mdp, fuso in Liberi e Uguali (LeU) per comporre le liste del 4 marzo. All’assemblea regionale di LeU, dedicata alle scelte locali per le candidature a Roma, ha annunciato il (sofferto) passo indietro.

Rizzetto invece, che nel 2015 ha salutato i grillini in contrasto con il metodi del movimento, si è accasato tra i patrioti di Giorgia Meloni e con Fratelli d’Italia ha trovato la riconferma. Niente da fare, invece, per un altro udinese, Gian Luigi Gigli, dopo cinque anni e un paio di passaggi tra diverse formazioni politiche. Neurologo, famoso per la sua battaglia contro la decisione di sospendere idratazione e alimentazione a Eluana Englaro, nel gennaio 2013 lasciò l’Udc per essere eletto in Scelta civica per l’Italia – la formazione dell’ex premier Mario Monti.

Finita Scelta civica Gigli passò a Popolari per l’Italia e infine a Democrazia solidale-Centro democratico. Nell’ultimo scorcio di legislatura i boatos romani lo davano vicino a Energie per l’Italia di Stefano Parisi. Comunque sia, Gigli non ha trovato spazi per ricandidarsi.

La prossima partita si gioca con le Regionali. E chi non ha trovato un biglietto per Roma proverà almeno a staccare quello per Trieste.(a.bu.)
 

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