Dinastia e marchio Delser: l’inizio con nonna Angela

Tutto partì da un piccolo negozio di alimentari aperto a Martignacco nel 1891. Storia di quattro generazioni di produttori di biscotti che rifornirono anche la Real casa

UDINE. «Il fondatore della fabbrica di biscotti Delser di Martignacco era una donna: mia bisnonna, Angela Corder Delser. È avvenuto nel 1891 e lei - vedova con sei figli maschi - aveva cominciato con un piccolo negozio di alimentari».

Così racconta Carlo Delser, classe 1946, quarta generazione dei produttori di biscotti friulani e tuttora imprenditore, ma in un campo del tutto diverso: costruisce impianti per la prefabbricazione.

«Mio nonno Silvio e mio cugino Giuseppe - spiega - hanno ceduto la fabbrica dei biscotti nel 1970 ai Locatelli delle ceramiche Scala, poi il titolare è stato Cristofoletto, quindi una finanziaria, e oggi la famiglia Rossetto...».

I Delser di Martignacco si erano fatti la fama di “fornitori della Real casa” durante la Grande Guerra, quando Vittorio Emanuele III risiedeva a Villa Italia, nella frazione di Ceresetto.

E, come ha raccontato Giuseppe Del Bianco nella sua imprescindibile monografia sulla guerra 1915-’18, il sovrano era praticamente “di casa” dai Delser, quando ai soldati in trincea arrivavano le gallette di Martignacco: spesso col nipotino Umberto o con la regina visitava la fabbrica.

«Tutto finì con Caporetto, quando il re si ritirò al di là del Piave e i miei ripararono in Toscana, i macchinari finirono in Austria e poi in parte furono recuperati a Cormons. In Toscana i miei rimasero alcuni anni e lì si conobbero i miei genitori: mia madre era nata a Viareggio (fu sempre chiamata “la viareggina”).

È un’affascinante storia, lunga oltre un secolo, quella della Delser, che di recente l’imprenditore Carlo Delser ha raccontato al Lions Host di Udine. Un’azienda che ha vissuto tre guerre, di cui due mondiali e prima ancora, la terza d’Indipendenza.

Una specie di leggenda racconta che uno dei sei figli di Angela Corder, Giuseppe, appassionato di cucina, inventò per un suo fratello malfermo di salute, un biscottino “rinvigorente”. Nei primi anni del secolo scese in campo un altro personaggio illustre, la contessa Cora di Brazzà, la ricca americana che sposò il nobile friulano Pirzio Biroli e propose tante iniziative in Friuli, nell’ambito delle arti femminili e del ricamo.

Durante una visita al negozio Delser, ebbe l’occasione di assaggiare i “Clapus” (biscottini) che venivano dati come resto dal negozio di coloniali e la cui ricetta rimane ancora misteriosa. La nobile Cora di Brazzà invitò la bisnonna Angela Corder a farli conoscere all’esposizione agricola nel castello di Brazzacco. Riscossero molto successo. Avvenne così il lancio del marchio Delser.

Nel 1926 ci fu un ampliamento del biscottificio. Furono gli anni della pubblicità d’autore e dell’export. Alla morte dell’ultimo figlio di Angela, subentrarono i discendenti, tra cui il papà di Carlo, Leopoldo.

Durante la seconda guerra mondiale la fabbrica fu occupata dai tedeschi e Leopoldo si recava fino a Brescia per procurarsi la farina, merce rara in Friuli in quei tempi bui, rischiando ogni volta di essere colpito dalle mitragliate dei nemici.

Passò anche la guerra e proseguirono i miglioramenti: furono acquistati forni a nastro, l’impacchettatura delle scatole divenne automatica, aumentò la produzione di caramelle e di wafer e sorse un capannone più grande. È stato istituito un asilo per i figli del personale (il numero di operai e operaie superava i 200).

Una nuova crisi, nel 1968, portò alla vendita della ditta, che oggi si chiama Quality food group e dà occupazione a ben 260 dipendenti. Si lavora con grandi nomi, dalla Plasmon alla Kraft. Il nuovo titolare Franco Rossetto ora apre il mercato alla Cina e promette il rilancio del marchio Isotta Fraschini con le classiche scatole di latta, ormai introvabili anche da parte dei collezionisti più agguerriti.

L’attuale fabbrica è stata costruita negli anni ’70 dal nuovo proprietario Locatelli, mentre Carlo Delser ha passato la mano con i biscotti dedicandosi ad altra attività. Sposato con Laura, ha due figlie: Martina lavora con lui ed è prossima alle nozze, Francesca studia ancora il liceo classico.

Carlo ha restaurato la parte antica della proprietà, nella zona che porta il nome di via Guglielmo Delser (due splendide ville tra il verde: «una, quella in primo piano - spiega l’imprenditore - l’ho accomodata un poco. Era il garage di mio nonno»).

Parlando dei Delser non si possono non citare, infine, le due famose ex dépendences del biscottificio: il bar omonimo di via Cavour (che per decenni di proprietà della ditta, ha fatto il paio, per eleganza e bon ton, con il Dorta-Contarena) e il bar-rivendita da Alfredo, vicino allo stabilimento di via Martignacco, notissimo per i “biscotti rotti”.

I meno giovani li ricorderanno ancora: erano fragranti e assortiti, anche se non si presentavano bene, a causa di qualche imperfezione dei macchinari, e venivano “scartati”!

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