Diritti del malato: in tribunale per la sede

Giovedì il pronunciamento del giudice sul ricorso presentato dall’associazione Chiesto l’annullamento della richiesta di sgombero fatta dall’Azienda Sanitaria.

UDINE 12-04-2011 tutela delll'ammalato Copyraight Pfp
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UDINE. Approderà giovedì dinanzi al giudice del Tribunale di Udine Giampaolo Fabbro la battaglia per la sede promossa dall’Associazione per i Diritti del malato. Ad annunciarlo è l’avvocato Stefano Venturini che ha presentato un ricorso per conto del sodalizio, chiedendo al giudice un provvedimento urgente per bloccare l’iniziativa dell’Azienda ospedaliero universitaria la quale, il 25 marzo scorso, ha inviato all’associazione una lettera di disdetta sulla concessione dei locali in comodato chiedendone il rilascio degli spazi entro l’11 aprile.

«L’associazione – sintetizza Venturini – da un ventennio svolge la propria attività all’interno di una sede che ha anche provveduto ad adeguare a proprie spese, suddividendola in due locali, dopo aver ottenuto specifica autorizzazione in questo senso. A legittimare la presenza del sodalizio negli spazi dell’ospedale c’è una lettera datata 13 gennaio 1990, con la quale l’allora presidente dell’Usl Romeo Mattioli disponeva l’assegnazione dei locali, dunque un’esplicita autorizzazione che è stata rinnovata negli anni. Da allora, l’attività è proseguita senza soluzione di continuità – sostiene l’avvocato Venturini – e se anche il sodalizio, dal 24 febbraio scorso non si chiama più Tribunale dei diritti del malato, ma solo Diritti del malato, nulla è cambiato. Le persone, infatti, sono le stesse e anche il codice fiscale è rimasto invariato, come del resto lo è il numero di iscrizione. La stessa Regione lo ha riconosciuto».

«Non si capisce quindi perché – argomenta il legale – dopo un ventennio di attività spesa a servizio dei cittadini, ci vogliano mettere alla porta».

Dal canto suo, l’Azienda ospedaliero universitaria ha comunicato all’associazione che «a seguito di una revisione dei rapporti con le associazioni, è emerso l’insediamento e la costituzione di una nuova associazione di caratteristica locale denominata “Diritti del malato” e completamente estranea ai movimenti a carattere nazionale, regionale e locale legati a “Cittadinanzattiva” alla quale era stato a suo tempo concesso il locale».

Secondo l’Azienda ospedaliera l’associazione non avrebbe provveduto a comunicare tali variazioni ma si sarebbe appropriata del locali senza autorizzazione in questo senso.

«A dire il vero – argomenta Venturini – le cose non stanno proprio così e da quando abbiamo ricevuto la comunicazione che ci intimava lo sgombero dei locali abbiamo cercato un confronto con l’Azienda, ma non è stato possibile avviare un dialogo. Ora attendiamo il pronunciamento del giudice».

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