Disoccupati over 55 e mamme single: il bonus povertà va a 8 mila famiglie

Il più diffuso è l’assegno regionale che è meno restrittivo Solo 530 persone hanno il Rei nazionale. Stanziati 35 milioni



UDINE. A tre mesi dall’avvio della nuova misura nazionale di contrasto alla povertà è tempo di bilanci. I primi – a cura dell’Osservatorio statistico dell’Inps - dicono che da gennaio a marzo il Reddito di inclusione (Rei) è stato erogato a beneficio di 110 mila famiglie italiane per un totale di 317 mila persone ed è finito, per il 72 per cento delle prestazioni, al Sud. Campania, Sicilia e Calabria sono le tre regioni con il maggior numero di beneficiari per numero di abitanti. Ben 173 ogni 10 mila nel caso della “capolista”. Insieme rappresentano il 60 per cento del totale dei nuclei e il 64 per cento del totale delle persone coinvolte.




Anni luce dal Fvg che viceversa si piazza in coda alla classifica, al penultimo posto che in questo caso ha un significato tutt’altro che negativo. In regione infatti i beneficiari sono appena 4,4 ogni 10 mila abitanti. Fa meglio solo l’Emilia Romagna con 1,60 beneficiari ogni 10 mila. Poco meno il Trentino Alto Adige (5,30) e il Veneto (10,20). Insieme, fanno del Nordest l’area del Paese che ha chiesto e beneficiato meno della misura. In merito a Fvg ed Emilia Romagna, però, il numero di nuclei percettori della misura è, allo stato attuale, relativamente contenuto in virtù del fatto che entrambe le regioni hanno misure integrative.

 



Nel caso del Fvg l'integrazione si chiama Mia (Misura di inclusione attiva) e nel 2017 è stata erogata a favore di 8 mila nuclei familiari ed è stata rifinanziata per l’anno in corso con circa 35 milioni di euro. A percepire il reddito di inclusione, in Fvg, sono stati invece, nel primo trimestre 2018, appena 231 nuclei familiari, pari allo 0,2 per cento del totale, 530 le persone coinvolte.

L’importo medio mensile percepito è stato di 243,37 euro (minore solo in Valle d’Aosta) contro i 327,65 della Campania. Molti in meno, i beneficiari, rispetto al precedente Sia che nel VI bimestre 2017 (novembre-dicembre) era stato erogato a mille 339 nuclei famigliari per un totale di 4.825 persone. Inferiore, con la precedente misura, era stato però anche il valore medio dell’assegno: 219,69 euro. Come detto, la ragione del numero contenuto di erogazioni va ricercato nella coesistenza della misura nazionale con quella regionale, quest’ultima più capiente quanto a criteri d’accesso. E difatti «il rapporto tra Rei e Mia - spiega l’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca - è di circa 10 a 100».



Secondo Openopolis, il numero di percettori del Rei é direttamente proporzionale al tasso di disoccupazione. Vale a dire che più il tasso è alto, più numerosi sono i percettori. Vedi la Campania la regione con il maggior numero di beneficiari per abitanti: il tasso di disoccupazione viaggia a 20,9 punti percentuali. Nel Paese, il numero di persone in condizioni di povertà assoluta è passato dai 2 milioni circa del 2005 ai 4,7 milioni del 2017 di cui oltre 2 milioni si trovano al Sud.


PER APPROFONDIRE:




Over 55 disoccupati. Sono soprattutto loro i percettori della misura nazionale di sostegno alla povertà introdotta a partire dal primo gennaio 2018. Stando al punto che nei giorni scorsi hanno fatto Inps e ministero del Lavoro, il 23 per cento dei benefici Rei (Reddito di inclusione) è andato a famiglie mono-componente, single insomma, il 20 per cento rispettivamente a famiglie con 2, 3 e 4 componenti e la parte restante a nuclei con 6 componenti o più. Il 52 per cento comprende minori, il 20 per cento disabili. Tra le condizioni di bisogno portate alla ribalta dalla misura ci sono soprattutto le coppie giovani con figli e tante madri. Sole con figli a carico. E come detto i nuovi poveri, figli della crisi economica, i disoccupati over 55 anni.
 
La burocrazia blocca il sostegno al reddito
 
E’ ancora una volta l’osservatorio statistico dell’Inps a fare il punto sulla misura. Rispetto al precedente Sia, la misura include anche i nuclei mono-componenti di disoccupati ultracinquantenni avendo il Rei sostituito - dal primo gennaio 2018 - l’assegno di disoccupazione Asdi. Così il numero medio dei componenti per nucleo familiare è passato dai 4 del Sia ai 3 del Rei. La distribuzione dei nuclei percettori per numero di componenti fa registrare come classe modale - la più nutrita - quella con un solo componente che nella torta rappresenta la fetta maggiore, pari al 23 per cento. Seguono, di pari peso, i nuclei da 2, 3 e 4 componenti che raccolgono ognuno un ulteriore 20 per cento.
 
Rispetto alla composizione dei nuclei, l’incidenza dei percettori di Rei risulta massima invece per i nuclei con 6 e più componenti con un valore di 175 nuclei ogni 10 mila abitanti. Analizzando la struttura dei nuclei familiari, sono 57 mila su 130 mila quelli con minori e rappresentano il 52 per cento delle famiglie beneficiarie e il 69 per cento delle persone interessate. Sono invece 21,5 mila i nuclei con disabili, che rappresentano il 20 per cento delle famiglie e il 20 per cento delle persone. Pesi che sono destinati a cambiare dal prossimo mese di luglio, quando la misura diventerà universale. Sarà alleggerita cioè dei requisiti familiari che oggi riducono sensibilmente la platea di potenziali beneficiari. Da luglio si applicheranno dunque solo i criteri economici. Risultato? «La platea interessata - ha annunciato giorni fa il presidente dell’Inps, Tito Boeri - salirà a 2,5 milioni di persone e 700 mila famiglie».
 
 
A partire da luglio il Rei diventa infatti uno strumento universale cui avranno accesso tutti i contribuenti entro le soglie di reddito previste che restano fissate a 6 mila euro di Isee e 3 mila euro di Isr. Non sarà più condizione necessaria la presenza di un disabile, una donna in gravidanza, un minore o un disoccupato over 55 in famiglia. Apertura che consentirà di fare un passo avanti ulteriore nel dare risposta alle famiglie in stato di povertà nel Paese. Inps e Ministero stimano di aver raggiunto nel primo trimestre dell’anno circa il 50% della platea obiettivo: oltre 300 mila destinatari per un importo medio di 297 euro al mese.
 
A questi vanno aggiunti i 900 mila percettori di sussidi di contrasto alla povertà, misure regionali (come la Mia) comprese. Fra Rei, Sia e strumenti locali, sono 251 mila le famiglie che ricevono un sussidio al reddito. «È un risultato importante - commenta il presidente dell'Inps Boeri -. Possiamo dire che in Italia un reddito minimo c’è».
Il Rei viene erogato ai nuclei familiari in possesso di determinati requisiti di residenza, familiari, economici e incompatibilità. Le famiglie (anche mono-componente) devono soddisfare almeno una delle seguenti condizioni: avere un componente di minore età, una persona con disabilità e almeno un suo genitore o tutore, una donna in stato di gravidanza, un componente che abbia compiuto 55 anni con specifici requisiti di disoccupazione.
 
Dal punto di vista economico il nucleo familiare deve avere un valore Isee in corso di validità non superiore a 6 mila euro e un valore Isre ai fini Rei non superiore a 3 mila euro.
 
E ancora, un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20 mila euro e un valore del patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti, ecc.) non superiore a 10 mila euro (ridotto a 8 mila euro per due persone e a 6 mila euro per la persona sola).
 
È infine necessario che ciascun componente del nucleo non percepisca prestazioni di assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) o altri ammortizzatori sociali di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria, non possieda autoveicoli o motoveicoli immatricolati la prima volta nei 24 mesi antecedenti la richiesta (salvo quelli di persone con disabilità) e ancora che non possieda imbarcazioni da diporto.
 
La domanda di accesso può essere presentata nei Comuni, con attestazione Isee valida per il 2018.

 

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