Disordini di Verona, arrestati sei ultrà
Sono tutti tifosi dell’Udinese accusati di aver aggredito a calci e pugni i poliziotti, lanciando bottiglie e lattine di birra

UDINE. Sei ultrà dell’Udinese sono stati arrestati ieri mattina perché ritenuti colpevoli degli scontri con la polizia avvenuti alla stazione di Verona prima della sfida tra Udinese e Chievo. I tifosi si sarebbero rifiutati di salire sui pullman che li stavano aspettando per portarli allo stadio. Nel tentativo di forzare il “cordone” di forza pubblica avrebbero prima lanciato bottiglie di vetro e lattine di birra agli agenti e poi scatenato una vera e propria rissa colpendo la forza pubblica con calci e pugni tanto da causare il ferimento di 7 poliziotti, tutti medicati in pronto soccorso e giudicati guaribili in cinque giorni.
La causa di questo comportamento, a detta degli investigatori, sarebbe da imputare soprattutto all’abuso di sostanze alcoliche. Già prima che il treno si fermasse, all’interno del convoglio c’erano stati dei comportamenti sopra le righe: erano stati lanciati fumogeni e altro materiale pirotecnico e un estintore era stato utilizzato senza motivo. Da qui l’accusa di danneggiamento aggravato, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate, lancio di oggetti pericolosi e pure violazione della legge 152/75 per essersi travisati al fine di rendere difficoltoso il riconoscimento.
Ma le telecamere e il lavoro incrociato della Digos di Udine e Verona hanno permesso comunque alla Questura di individuare sei dei presunti facinorosi. Al vaglio della Digos ci sono poi le posizioni di altre 3 o 4 persone. Agli scontri infatti ha partecipato una decina di ultrà «mentre tutti gli altri - ha sottolineato ieri il vicequestore Giovanni Belmonte - e stiamo parlando di più di 3 mila persone, hanno tenuto un comportamento irreprensibile com’è del resto nello stile dei tifosi bianconeri».
Anche per questo motivo non sono previste al momento misure particolari per l’ultima sfida di campionato tra Udinese e Milan in programma domenica sera al Friuli. Quello che è certo è che i sei tifosi arrestati ieri mattina non ci saranno. Per loro la Questura è pronta a predisporre anche il Divieto di accedere alle manifestazioni sportive (Daspo), un provvedimento che potrebbe tenere gli ultrà lontano dagli stadi fino a un massimo di cinque anni.
Il segnale della Questura è chiaro: niente sconti. «Quello che è successo è assurdo e inaccettabile - ha detto il dirigente della Digos, Michele Ladislao -, le due tifoserie erano gemellate e non c’era nessun motivo per arrivare a uno scontro. Quei tifosi semplicemente volevano fare come meglio credevano, ma devono capire che non è così che funziona. Andare a piedi allo stadio non era possibile per motivi di sicurezza».
A prelevare i sei dalle loro abitazioni ieri sono stati gli agenti della Digos con un vero e proprio blitz compiuto intorno alle 6 di mattina. Gli arrestati sono il 34enne G. F., il 22enne S. M., entrambi udinesi, il 32enne D. M. residente nell’hinterland, il 27enne di Cormons V. G. e i cividalesi L. Z. di 26 anni e L. D. G. di 33. La Questura ha deciso di intervenire sfruttando la norma introdotta nel 2007 per comabttere la violenza negli stadi che consente di effettuare degli arresti in flagranza in differita nell’arco delle 48 ore successive al termine della manifestazione sportiva. Gli arresti sono in attesa di convalida da parte del giudice per le indagini preliminari. A coordinare le indagini è il sostituto procuratore Annunziata Puglia, ma successivamente il fascicolo sarà trasferito alla Procura di Verona.
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