Distanziamento sociale, alle scuole manca spazio. I dirigenti: dateci teatri, cinema e stadio Friuli

UDINE. Chiedono spazi idonei allo svolgimento delle attività didattiche, magari anche «capannoni, teatri, cinema, aule universitarie inutilizzate», come pure lo stadio Friuli, e sollecitano le forze politiche a «esercitare ogni forma di persuasione affinché l’amministrazione centrale dell’Istruzione receda dalla grave decisione di operare pesanti tagli agli organici». I dirigenti scolastici delle scuole udinesi (i sei comprensivi, Stellini, Marinelli, Copernico, Malignani, Deganutti, Ceconi, Marinoni, Uccellis, Percoto, Stringher, Sello, Zanon, Cpia) sono seriamente preoccupati per il futuro dei loro studenti: così, con una lettera, si rivolgono agli enti locali e alle istituzioni per segnalare le maggiori criticità e ottenere un aiuto in vista del prossimo anno scolastico.
LEGGI IL COMMENTO DEL VICEDIRETTORE DEL MV, PAOLO MOSANGHINI
In una situazione di grande incertezza, legata all’evoluzione della diffusione del virus, i presidi sono chiamati a riorganizzare i tempi dell’imparare, definire i metodi di insegnamento, di apprendimento e di valutazione, riuscire a mettere insieme la promozione delle relazioni con il rispetto del “distanziamento fisico”, tutelare le situazioni di particolare fragilità. «Per offrire adeguati standard di sicurezza, efficienza ed efficacia e per rispettare i piani dell’offerta formativa dobbiamo poter contare su organici adeguati e su spazi aggiuntivi da destinare a un uso scolastico – scrivono i dirigenti –. Siamo consapevoli che la scuola dovrà aprirsi al territorio e andare oltre il perimetro dei tradizionali edifici, che risultano già angusti in una situazione di normalità e che in una situazione di emergenza risulterebbero totalmente inadeguati».
La richiesta agli enti locali e ai soggetti istituzionali di avere più spazi è chiara: si tratterà di riorganizzare quelli esistenti, ma anche e soprattutto svolgere fin da subito un censimento di locali adattabili a un utilizzo scolastico, e perciò dotati di servizi, accessori e privi di barriere architettoniche. «Occorre avviare al più presto un confronto territoriale tra i dirigenti, gli enti locali, le associazioni per individuare spazi sicuri e idonei allo svolgimento delle attività didattiche – aggiungono i dirigenti – definendo i tempi degli eventuali interventi edilizi e della imprescindibile sanificazione: circoli, oratori, capannoni, teatri, cinema, aule universitarie inutilizzate, spazi di associazioni, edifici di proprietà della Regione o gestiti dalla Uti, locali anche privati o di realtà che collaborano già con le scuole». Ma anche, a esempio, gli ampi spazi dislocati sotto la tribuna centrale dello stadio Friuli che «potrebbero accogliere gli studenti alla ripresa delle attività a settembre».
Per i presidi c’è un altro tasto dolente: il taglio agli organici. «È importante che si metta a disposizione un numero di docenti e di collaboratori scolastici adeguato ad affrontare la grande sfida che ci attende» sottolineano i dirigenti. I casi sono numerosi, dalle scuole primarie alle superiori. Per un liceo Copernico che, al momento, perde due docenti di potenziamento – «Siamo molto amareggiati perché si tratta di una parte di organico utilizzato per offerta formativa che per noi è vitale” ha commentato la dirigente, Marina Bosari –, il liceo Marinelli (a cui è stata negata una classe prima) si trova senza una cattedra di scienze. «Si tratta di una scelta poco logica, che ci ha sorpreso, visto che siamo un liceo scientifico – ha affermato il dirigente Stefano Stefanel –. Quella cattedra è fondamentale per l’offerta formativa».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto