Disturbi psichici, il “nodo” patenti

Solo in pochi casi è previsto il ritiro e la prevenzione diventa difficile. Ecco perché
Di Donatella Schettini

CORDENONS. Nei casi più gravi la patente a una persona con problemi di natura psichica viene tolta su segnalazione dei medici che l’hanno in cura. Nella maggior parte dei casi non gravi, invece, a disporlo è la commissione chiamata a decidere sulla revisione delle patenti.

E’ quanto prevede la legge. A Cristiano Di Paolantonio, ritenuto dalla procura l’autore dell’omicidio suicidio che lunedì scorso ha causato la morte della sua compagna, di un camionista di Cessalto di passaggio in quel momento sulla Cimpello-Sequals e di se stesso, non erano state fornite indicazioni particolari sulla guida se non un generico invito a prestare attenzione, stampato su tutte le lettere di dimissioni dei pazienti del dipartimento di salute mentale dell’Aas 5 di Pordenone. «La terapia a cui era sottoposto l’uomo – ha detto Angelo Cassin, direttore del dipartimento – era compatibile con la guida. La terapia aveva un basso dosaggio. A ogni dimissione viene scritto di default sulla lettera di prestare attenzione perché le cure a cui si è stati sottoposti possono creare sonnolenza».

Ma quali sono le circostanze che possono portare a togliere la patente a una persona con disturbi psichici? E’ un meccanismo complesso e per niente automatico. Un trattamento sanitario obbligatorio non comporta conseguenze sulla patente, mentre alla persona sottoposta a una cura farmacologica con farmaci come le benzodiazepine viene sconsigliata la guida per le conseguenze che può avere sulla lucidità.

La decisione di sospensione della patente da parte della Prefettura o della Questura viene presa su segnalazione del Dipartimento di salute mentale. «Lo segnaliamo noi nei casi più gravi – ha proseguito Cassin – anche se ciò avviene in casi rarissimi».

Può accadere che siano le stesse forze dell’ordine, durante un controllo o in caso di sinistri, ad avere dubbi su un guidatore e che questi venga sottoposto ad accertamenti.

Normalmente, però, la verifica viene effettuata in sede di revisione della patente quando il cittadino si presenta con il certificato medico. Sarà l’apposita commissione medica a valutare quanto scritto sul certificato e a decidere di approfondire il caso, eventualmente avvalendosi del servizio psichiatrico. Solo dopo questa procedura si deciderà se il paziente può continuare ad avere la patente e a guidare o se ritenerlo un pericolo per sé stesso e per gli altri.

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