Diventa la più bella dopo un intervento chirurgico errato FOTO

La sanvitese Samanta Asquini ha ottenuto la fascia a Bellaria. Hai il naso rifatto: "Grazie ai medici di Pordenone sono rinata" 

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. «Viva la chirurgia estetica: c’è chi osserva “ti sei rifatta il naso”, ma sono stata costretta a farlo ed è stato un bene aver trovato dei bravi chirurghi, che con la loro opera ridanno il sorriso anche a chi ha avuto incidenti o una brutta malattia». Sono questi i primi pensieri della sanvitese Samanta Asquini, 39 anni, ieri al risveglio nella sua camera d’albergo a Bellaria, dove la sera prima ha vinto il titolo italiano di Miss Chirurgia estetica 2013.

Al contrario di quel che si potrebbe pensare, non è un concorso solo di vanità per coloro che vi partecipano, almeno non per tutte. La storia di Samanta, come quella di tante altre persone, è fatta di gioie e dolori, e questi ultimi, nel caso in questione, si sono trasformati in un trionfo in un concorso di bellezza del tutto particolare.

In mezzo a una rosa di 12 finaliste “rifatte”, Samanta ha primeggiato con “soltanto” un ritocco al naso. Del resto, non le piacciono, parlando in generale, le esagerazioni. Ma l’intervento di rinosettoplastica cui si è sottoposta ha il suo perché, che va al di là del fattore estetico: il risultato – perfetto, inutile dirlo – nasconde un calvario durato quattro anni. «Ho avuto un disagio non indifferente – ha raccontato ieri la Asquini -: un primario, che spero di non incontrare mai più, ha commesso un errore durante un’operazione otorinolaringoiatrica cui sono stata sottoposta. Ho avuto dolori da morire, il naso stava cedendo. Denunce non ne potevo fare, ci vogliono degli anni, dovevo essere rioperata immediatamente. A Pordenone sono stata rioperata e dopo quattro interventi si può dire che i medici hanno fatto un bel lavoro. Non posso che ringraziare i chirurghi Marco Pin e Lorenzin. Partecipando a questo concorso, sostenuta anche da persone che mi hanno incoraggiato a farlo in quest’ottica, ho voluto anche lanciare un messaggio positivo: la malasanità esiste, ma in Friuli lavorano tanti bravi chirurghi, che si occupano di casi come il mio ma anche di chi deve ricorrere alla chirurgia estetica per le conseguenze di un incidente o di un tumore».

Ma non è certo la prima volta che Samanta si mette in mostra: dato il fisico statuario (alta 1 metro e 76, capelli castano chiaro, due enormi occhi verdi), era inevitabile che qualcuno la notasse e le offrisse delle opportunità in questo senso. Nata a Faido (Svizzera italiana, Canton Ticino) il 12 maggio 1974, Samanta abita da diversi anni a San Vito al Tagliamento, nella frazione di Ligugnana, ma il paese d’origine è Varmo, dove abitano papà Rosano e mamma Daniela Pengattini. Ha anche due sorelle, Samanta e Samara. «I miei sono in Svizzera, ancora non li ho sentiti, spero siano orgogliosi di me», diceva ieri Samanta.

Dopo le scuole medie a Varmo, ha seguito un corso professionale per commessa e vetrinista allo Ial di San Giovanni di Casarsa, quindi un corso per decoratrice di ceramica (che è diventato uno dei suoi hobby). È anche una sportiva: adora la corsa.

Quindi, 13 anni fa, ha iniziato a lavorare alla Coop, prima al supermercato di San Vito, poi in quelli di Codroipo, Cordenons e, infine, all’Ipercoop Meduna, a Pordenone, dove lavora tutt’ora come addetta alle vendite al reparto multimedia.

Grazie anche all’interessamento del fotografo Renzo Daneluzzi, anni fa ha iniziato a lavorare come fotomodella, per agenzie di moda (a Trieste e a Milano), ma anche partecipando a serate in discoteca e a concorsi. Su tutti, una selezione di Miss Italia a Lignano. Per la cronaca, è single: «Per il momento sto bene così, ma in caso dev’essere bello... scherzo!», ironizzava, ieri, raggiante.

E il futuro? A breve termine apparizioni su quotidiani, riviste e tv nazionali, per il resto «sono legatissima alla Coop, è un bel posto che non mollerei mai. Ho comunque la possibilità, grazie all’azienda, di continuare a lavorare anche come fotomodella. Ho un contratto in vista e delle proposte, che valuterò: ho il mio lavoro e la mia casa, gli spostamenti comportano delle spese e ne deve valere la pena. Insomma, sono felicissima di questo bel momento, ma sempre con la testa sulle spalle».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto