Dmytro, aviere alla base di Aviano con il cuore in Ucraina: «Mio padre combatte al fronte contro gli invasori»

Enri Lisetto
Dmytro Rumiantsev, aviere di prima classe in forza alla base di Aviano, qui in divisa con la bandiera ucraina
Dmytro Rumiantsev, aviere di prima classe in forza alla base di Aviano, qui in divisa con la bandiera ucraina

AVIANO. Missione e famiglia si sovrappongono nella storia di Dmytro Rumiantsev, aviere di prima classe rischierato dalla Base di Sheppard (Texas) a quella di Aviano, tecnico della gestione finanziaria dell’82° Squadrone di controllo.

Il giovane ha reso nota la sua storia attraverso i social. «Era il 24 febbraio, mi sono svegliato e avevo il mio telefono in modalità di sospensione, dove le notifiche per i messaggi erano silenziate», comincia il suo racconto. «Quando ho sollevato il telefono ho visto sette messaggi. Mia madre stava cercando di chiamarmi. L’ho richiamata subito e lei piangeva: “Ci stanno bombardando, mi sono svegliata perché ho sentito le esplosioni”».

Ogni giorno Rumiantsev si sveglia per controllare una cosa: se la sua famiglia in Ucraina è ancora viva. «C’è una differenza di fuso orario di sette ore, quindi per i primi giorni non andavo a letto prima che la mia famiglia si svegliasse, così potevo mettermi in contatto con loro. Vivere tutto questo è un incubo».

Poi aggiunge: «Con il passare dei giorni mi sentivo impotente, perché non potevo fare nulla. Provavo rabbia perché nessuno avrebbe mai immaginato che ciò accadesse».

Il padre, di 51 anni, è rimasto in Ucraina e combatte con contro gli invasori. «Una cosa è non sapere se la mia famiglia è al sicuro, ma un’altra è sapere che mio padre è là fuori, con possibilità significativamente più alte di morire», conclude il racconto del giovane aviere.

Argomenti:crisi ucraina

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto