Dodici artisti in uno scatto ecco i volti dell’arte friulana

L’idea-impresa è di Giorgio Valentinuzzi che riunì il gruppo in uno studio Da sabato sarà esposta, assieme ad altre serigrafie, a palazzo Clabassi
Uno spaccato dell’arte in Friuli alla fine degli anni Ottanta racchiuso in un ritratto di gruppo. Dodici artisti friulani di generazioni diverse –Sergio Altieri, Mario Baldan, Luciano Ceschia, Aldo Colò, Pietro De Campo, Marcello D’Olivo, Giulio Piccini, Fred Pittino, Luigi Spacal, Guido Tavagnacco, Giorgio Valentinuzzi, Nane Zavagno, per la prima volta fotografati insieme all’interno di uno studio allestito teatralmente come un vecchio atelier. Un pezzo unico, in cui nessun dettaglio è presente per caso.


Dal pregiato divano in legno al tendaggio sullo sfondo, dalla lampada da tecnigrafo rossa alle tavolozze in primo piano, dal cilindro e dalla sfera che bilanciano l’inquadratura sulla destra, alle foglie morte che richiamano la natura. Lo studio è quello di Luciano Ceschia a Collalto.


E la foto è un’idea dell’artista friulano Giorgio Valentinuzzi che nel 1986 raduna i dodici artisti in occasione della realizzazione di una cartella contenente dodici serigrafie tratte da un’opera di ciascun autore. Il tratto comune tra gli artisti? Il saper dipingere, in un momento storico di grande crisi per la pittura.


«Mi ci sono voluti sei mesi per completare questo progetto e un’intera giornata per questa foto – ricorda Valentinuzzi, autore delle serigrafie citate –: avrei molti aneddoti da raccontare. D’Olivo arrivò con tre ore di ritardo. Veniva da Salerno e ogni tanto telefonava da una cabina per chiedere se eravamo ancora lì. Gli altri borbottavano impazienti, ma per fortuna avevo allestito una mensa imbandita per intrattenerli. Alcuni di loro non si vedevano da trent’anni. D’Olivo infine sbarcò in tutta la sua possente fisicità dall’abitacolo di un’alfa sud esclamando “Machinis modernis! Non mi fidavo a mettere la quinta”.


Una magnifica dozzina di autori friulani compresi tra il 1906 (Pittino) e il 1949 (Valentinuzzi), anche se in realtà ne erano stati invitati molti di più. “Zigaina non volle partecipare. Celiberti solo a condizione che ci fosse Ceschia, ma quest’ultimo non voleva Celiberti. Righi, Mascherini e Crali non potevano per vari motivi. Si sa, non sempre fra loro gli artisti si amano. Però Tavagnacco venne dopo l’ottavo attacco di cuore e Zavagno nonostante la paresi».


La foto verrà esposta assieme alle dodici e rare serigrafie realizzate allora da Valentinuzzi – nel grande formato di 70x100, in soli 129 esemplari – a partire da sabato in via Zanon a Palazzo Clabassi, sede della Soprintendenza di Udine, fino al 27 ottobre, per la mostra dal titolo “Arte e natura: lo spirito della terra”. La mostra sarà inaugurata alle 18 in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio promosse dal Ministero dei Beni Culturali. Ci sarà anche un catalogo, in cui viene raccontata la storia delle serigrafie e delle tre mostre che si tennero a Grado Udine e Rivignano nel corso degli anni Ottanta e Novanta.


La maggior parte degli artisti presenti nel prezioso scatto oggi non c’è più – all’inaugurazione prenderanno parte le mogli e i discendenti – ma sarà possibile ammirare le sceltissime serigrafie realizzate artigianalmente con il processo di trasposizione manuale. Gli aneddoti si potranno leggere nel volume di Valentinuzzi di prossima pubblicazione, dal titolo Notizie dell’era cartacea.


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